Rileggendo
Lo stilo

21 luglio 2023
Due obiettivi — uno di carattere personale e uno di più ampio respiro — presiedettero alla composizione del De oratore (55 a. C.). Da un lato, Cicerone ambiva a valorizzare la sua figura e a rispolverare le sue credenziali in un momento di eclisse politica, sotto il cupo incombere del potere dei triumviri. Dall’altro, l’avvocato e scrittore mirava a definire un progetto culturale inteso a consolidare l’influenza e il prestigio del ceto aristocratico. A Roma, in quel tempo, l’oratoria rappresentava una disciplina dominante. Lungi dal rimanere confinata in una torre d’avorio, essa era intimamente connessa con la prassi politica e civile. In questo articolato e complesso saggio, Cicerone illustra i precetti dell’arte oratoria, di cui egli stesso era autorevole esponente. La sua non è un’illustrazione compassata e statica. ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati