È sempre più urgente la pace in Ucraina. Urgente di fronte alle continue e atroci sofferenze a cui la popolazione civile è sottoposta da una guerra — arrivata al 513° giorno — che continua quotidianamente e inesorabilmente a provocare morte e distruzione. È urgente la pace, perché dietro l’effetto di sostanziale assuefazione innescato dai quotidiani resoconti delle operazioni militari e delle azioni politiche e diplomatiche, ci sono le vite delle persone, c’è dolore. Troppo dolore.
Come quello che s’incrocia nell’immagine scelta per la copertina di oggi: la signora Maria Laptykova, 87 anni, che si aggira disperata tra le macerie della sua casa distrutta dai bombardamenti russi nel villaggio di Borshchova, nella regione di Kharkiv. La cronaca, la storia trovano corpo e verità nelle singole storie che toccano la carne delle persone. E anche questa “piccola” storia parla dell’urgenza della pace.
Da più parti si auspica un’intensificazione degli sforzi diplomatici per porre fine al sanguinoso conflitto, che ha stravolto l’esistenza di milioni di bambini, donne e uomini, precipitati nella disperazione e nel bisogno, causando livelli di devastazione e distruzione sconcertanti.
E mentre sono proseguiti per la quarta notte consecutiva gli attacchi della Russia su Odessa, strategico porto nel sud dell’Ucraina, la marina russa ha condotto un’esercitazione militare nell’area nord-occidentale del Mar Nero. Lo ha confermato una nota del ministero della Difesa di Mosca, spiegando che sono stati lanciati missili antinave per abbattere un bersaglio in mare, nello specchio d’acqua dove il Cremlino considera da giovedì scorso qualunque natante alla stregua di «potenziali navi militari».
L’esercitazione ha avuto luogo dopo la conferma da parte della Casa Bianca del primo utilizzo da parte di Kyiv delle bombe a grappolo inviate dagli Stati Uniti. La controffensiva ucraina per riconquistare territori all’esercito russo prova, dunque, a ritrovare slancio con queste controverse armi, bandite da oltre 120 Paesi per la loro estrema pericolositá sui civili.
Secondo funzionari ucraini citati dal quotidiano «The Washington Post», alcune bombe a grappolo sono già state lanciate nel tentativo di smantellare le posizioni russe ben fortificate che hanno rallentato l’offensiva estiva dele truppe di Kyiv.
Nell’attacco notturno su Odessa è stato intanto colpito un altro terminal ucraino, in cui sono andati distrutti 100 tonnellate di piselli e 20 tonnellate di orzo, ha riferito il governatore regionale, Oleh Kiper. Nella deflagrazione sono rimaste ferite due persone. La bomba ha sprigionato un’onda d’urto che ha danneggiato anche il consolato cinese in città senza causare morti o feriti. Da Pechino, il ministero degli Esteri ha fatto sapere che l’esplosione «ha scosso parte della struttura e ha mandato in frantumi le vetrate».
In serata, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirá per parlare delle «conseguenze umanitarie» del recente ritiro della Russia dall’accordo sul grano, mentre cresce il coro occidentale di condanna contro questa decisione di Mosca.