· Città del Vaticano ·

Un gruppo di donne afghane in piazza per contestare il decreto dei talebani che dispone la chiusura dei centri estetici, fonte di lavoro e tra gli ultimi spazi di aggregazione femminile

Contro l’oscurità

Afghan burqa-clad women stage a protest for their rights at a beauty salon in the Shahr-e-Naw area ...
20 luglio 2023

Erano uno degli ultimi spazi di libertà e di aggregazione per le donne afghane. La decisione dei talebani di chiudere i centri estetici ha così spinto un gruppo di circa 50 coraggiose donne afghane in piazza ieri a Kabul, sfidando la repressione. Questa ennesima stretta — annunciata in un decreto pubblicato a fine giugno, che entrerà in vigore a breve — provocherà la scomparsa di migliaia di attività gestite da donne, le cui famiglie spesso non hanno altre fonti di reddito. Una stima della camera di commercio di Kabul indica che nel Paese ci sono circa 12.000 attività che dovranno chiudere e 50.000 donne perderanno il lavoro.

I talebani hanno disperso le manifestanti con spari in aria e idranti, in quella che rappresenta una rara protesta di piazza nell’Afghanistan ripiombato da ormai quasi due anni nell’oscurità. I diritti delle donne sono stati gradualmente compressi dal ritorno dei talebani al potere nell’agosto 2021. Alle donne è stato vietato di lavorare nelle Ong; sono state escluse dalla maggior parte delle scuole secondarie, delle università e delle pubbliche amministrazioni; è stato loro vietato l’accesso a parchi, giardini, centri sportivi e bagni pubblici; mentre sono nuovamente obbligate a coprirsi il volto quando escono dalle proprie case.

«Le notizie sulla repressione forzata di una protesta pacifica delle donne contro la chiusura dei saloni di bellezza, l’ultima negazione dei diritti delle donne in Afghanistan, sono profondamente inquietanti», ha dichiarato la missione dell’Onu nel Paese asiatico (Unama), sollecitando i talebani a garantire il diritto dei cittadini a manifestare le proprie opinioni senza subire violenza.