· Città del Vaticano ·

Insolvenza e persona

Albero-Dottrina-sociale.jpg
17 luglio 2023

Il fenomeno dell’insolvenza, ineliminabile dal generale rapporto tra debitore e creditore, presenta un profilo etico importante, che deve partire dal concetto di mancato rispetto di una promessa, fatta dalla persona poi rivelatasi insolvente, e dalla regola che le promesse vadano fatte, all’origine, in buona fede e, successivamente, che non siano adottati consapevolmente comportamenti che conducano al mancato rispetto delle stesse.

L’analisi non può fermarsi alle, pur corrette, considerazioni economiche a base utilitaristica (maggior beneficio per il maggior numero di persone) ma deve spingersi oltre e fare proprie le considerazioni della dottrina sociale della Chiesa. In particolare, va considerato che, data l’influenza dei temi economici sulla vita delle persone, le conseguenze dell’insolvenza devono essere viste non autonomamente e acriticamente, ma piuttosto strumentalmente alla realizzazione complessiva della persona (debitore o creditore che sia). I principi etici generali compatibili con tale visione sono i concetti di diritti incomprimibili, di giustizia e di virtù, intesa come “sviluppo umano integrale” e vita buona. In particolare, con riferimento al tema dell’insolvenza, assumono rilievo la subordinazione degli assetti economici al benessere integrale e al bene comune e la limitazione alle disuguaglianze che, in assenza di interventi correttivi, tenderebbero a prodursi, data l’incapacità del sistema economico di autoregolarsi.

Il contratto di debito deve essere dunque conformato in obbedienza al criterio della “qualità umana delle relazioni” ed essere regolato in modo da contemperare autonomia e giustizia, sia per il debitore sia per i creditori, e senza trascurare il ruolo della comunità, che non può sottrarsi al problema, anche perché nel rapporto debitore-creditore possono originarsi o scaricarsi problemi estranei alla pura dinamica creditizia, in particolare le condizioni di disagio sociale.

di Mario Anolli
Professore di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore