Accogliere i piccoli

Un viaggio fortemente simbolico, «non ancora concluso», per «piangere le vittime della migrazione, della cultura dello scarto e dell’indifferenza». È stato questo lo scopo della visita di dieci anni fa di Papa Francesco a Lampedusa, la prima dopo la sua elezione. Lo ha sottolineato il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, domenica mattina, 9 luglio, nella chiesa di San Gerlando. Durante la messa ha voluto non solo ricordare, ma abbracciare idealmente migranti e abitanti dell’isola, forze dell’ordine e volontari impegnati nell’accoglienza.
Nel giorno in cui si celebrava la “Domenica del mare”, come ha evidenziato il Papa nel dopo Angelus di ieri, «dedicata a quanti lavorano sulle navi, nei porti e nell’ambiente marittimo», il porporato ha voluto esprimere gratitudine a quanti offrono solidarietà ai disperati che riescono a sopravvivere ai pericoli della traversata e approdare sulle coste dell’isola. «Molto spesso — ha detto — voi di Lampedusa e Linosa avete visto queste donne e uomini piangere e avete pianto con loro». Gli abitanti non solo hanno condiviso moralmente le tragiche vicende, ma hanno soccorso i migranti «ravvisando in loro fame e sete di speranza e desiderio di vita migliori». Hanno persino aperto le case perché «avessero il ristoro di una doccia, il tepore di un tè e la consolazione di un abbraccio». Ha anche fatto notare che l’accoglienza verso i naufraghi e i disperati si è resa concreta pure attraverso l’ascolto delle «storie di persecuzioni, di stupri e vessazioni, di percosse violente e molestie di ogni genere, insieme alla struggente nostalgia di casa e degli affetti più cari».
Poi, ha ricordato il triste ritornello di Papa Francesco: «Quanta sofferenza!». Lo ripeteva dieci anni fa nelle varie tappe che da Cala Pisana lo portarono al sagrato della chiesa di San Gerlando e poi da lì all’aeroporto. Ancora ieri, nel dopo Angelus, il Pontefice ha espresso gratitudine a «quanti operano con Mediterranea Saving Humans per il salvataggio di migranti in mare». Quei disperati che affrontano il mare sono come quei piccoli di cui parla il Vangelo e dei quali il cardinale ha osservato che «ci piaccia o no», saranno «sempre con noi».
Quando Gesù pensa ai piccoli, ha aggiunto, «è pervaso da dolcezza, tenerezza, compassione, a tal punto da dover rassomigliare a loro per entrare nel suo Regno». I piccoli sono coloro che «si sono fatti mendicanti di Dio; che lo cercano e lo invocano; sono i poveri; i piangenti; gli affamati e gli assetati della giustizia; i misericordiosi; i puri di cuore; gli operatori di pace; i perseguitati i migranti». Piccolo, per Gesù, «non indica l’età, ma la condizione e le convinzioni di una persona rispetto alla vita».
Piccola è Maria di Nazareth, che a Lampedusa è venerata con il titolo di Porto Salvo, ma che «ci piace invocare con Papa Francesco Conforto dei migranti e Madonna dei naufraghi». La sera precedente, sabato 8, sul sagrato della chiesa parrocchiale, si era svolta una tavola rotonda pubblica con testimonianze.