Ruffini: «Ci ha insegnato

«La memoria ci permette di comprendere il presente, quando parliamo di migrazioni siamo chiamati a non semplificare, a rifiutare facili slogan, impegnandoci a vedere con il cuore e andando oltre ogni programma, rispondendo alle urgenze della storia». Lo afferma in un’intervista a Vatican News il prefetto del Dicastero per la comunicazione Paolo Ruffini, che oggi si trova a Lampedusa per partecipare, all’aeroporto dell’isola, al convegno “Dalla guerra alle migrazioni, raccontare la crisi e l’Europa che verrà”. Inserito nell’ambito dell’ottava edizione del Premio giornalistico Cristiana Matano, l’avvenimento si tiene nel giorno del decimo anniversario della visita del Papa. Un viaggio non programmato, nel quale Francesco dava un segno tangibile di quello che sarebbe stato un tema centrale del suo magistero. Per questo l’intervistatore, Andrea De Angelis, chiede subito «cosa disse Francesco» con questa visita. Il «Papa ci ha abituato e anche insegnato attraverso il suo esempio che non tutto deve essere programmato — risponde il prefetto —. Le nostre vite devono essere scandite dalla capacità di vedere, di ascoltare con il cuore. Questo vale per tutti coloro che devono raccontare ciò che vedono, non solo per noi giornalisti». E ciò «significa essere in grado di seguire ciò che accade anche se non è in programma».