· Città del Vaticano ·

Un conflitto di cui ancora non si intravede la fine

Cinquecento giorni
di guerra in Ucraina

epa10731581 (FILE) - People cross the destroyed bridge as they flee from the frontline town of ...
08 luglio 2023

Kyiv, 8. Con la minaccia di attacchi missilistici sempre presente, sono trascorsi 500 giorni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Quella che Mosca definì un’«operazione militare speciale». Cinquecento giorni di morte, atrocità, dolore e distruzione per un conflitto di cui ancora non si intravede la fine.

Gli ultimi dati forniti dall’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani sono drammaticamente inequivocabili. Dalla notte tra il 23 e il 24 febbraio del 2022, quando le prime truppe di terra russe hanno attraversato il confine entrando in Ucraina, le vittime civili sono almeno 9.000, molti sono bambini. E aumentano anche gli ucraini in fuga dai ripetuti bombardamenti e dalla violenze. Eurostat ha comunicato che si tratta di oltre 4 milione di persone.

«Da 500 giorni Mosca sta portando morte e distruzione nel cuore dell’Europa, cercando di distruggere l’Ucraina e dividere la Nato. Il nostro summit manderà un messaggio chiaro: la Nato è unita e l’aggressione russa non vincerà». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa in vista del summit dell’Alleanza atlantica a Vilnius, in programma l’11 e il 12 luglio prossimi.

Ma l’invasione russa prosegue senza sosta, nonostante la controffensiva dell’esercito ucraino. E, secondo il Cremlino, non esistono i presupposti per un accordo di pace con Kyiv. «Abbiamo dichiarato a vari livelli che la parte russa non ha mai chiuso la porta ai negoziati. Ma per ora non vediamo alcuna prospettiva di un processo negoziale di questo tipo», ha detto il protavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ai giornalisti venerdì, commentando una recente dichiarazione del presidente della Belarus, Alexander Lukashenko, che ha detto che la situazione in Ucraina dovrebbe cambiare entro l’autunno e che, quindi, i negoziati potrebbero iniziare. «È importante per noi raggiungere i nostri obiettivi. Possono essere raggiunti in modi diversi. Ma purtroppo gli strumenti politici e diplomatici non sono disponibili al momento», ha aggiunto il portavoce del Cremlino. Il motivo, ha precisato, è «la negazione di tale possibilità da parte di Kyiv e la chiara mancanza di tale inclinazione, in primo luogo, da parte degli Stati Uniti, che hanno un’influenza diretta sull’Ucraina e la gestiscono direttamente».

Gli Stati Uniti, tramite il presidente Joe Biden, hanno autorizzato l’invio delle controverse munizioni a grappolo a Kyiv. «È stata una decisione molto difficile ma necessaria, l’Ucraina è a corto di munizioni e ne ha bisogno», ha precisato Biden. La decisione è legata a un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari, che include anche veicoli corazzati Bradley e Stryker, proiettili per obici e sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità. L’utilizzo delle munizioni a grappolo — Stati Uniti, Ucraina e Russia non aderiscono alla convenzione che proibisce l’uso e il trasferimento di tali ordigni — è stato criticato dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres.