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Bailamme

Sognando
tra le pieghe del mondo

 Sognando  tra le pieghe del mondo  QUO-155
07 luglio 2023

«Chi voglia varcare senza inconvenienti una porta aperta deve tener presente il fatto che gli stipiti sono duri: questa massima alla quale il vecchio professore si era sempre attenuto è semplicemente un postulato del senso della realtà. Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev’essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità».

In una delle prime pagine del fluviale romanzo L’Uomo senza qualità di Robert Musil risalta questa metafora con cui l’artista austriaco riproponeva negli anni Trenta del Novecento l’annosa diatriba tra realisti e utopisti, tra chi diffida e chi crede nella capacità di immaginare altro tra le pieghe del mondo.

Chiunque sperimenti la creatività, o peggio ancora la sistemi, magari coccolandosela, nella cassetta degli attrezzi per costruirsi un posto nel mondo, deve da sempre necessariamente scontare un senso di bonaria degnazione da parte di chi quel mondo lo fa funzionare, forte del proprio senso pratico, del pragmatismo di chi le ha viste tutte a «differenza di voi sognatori».

Ma ecco, però, c’è il sogno, che, psicanalisi a parte, di quel mondo freddo e ostile è da sempre una chiave di lettura profonda e capace di penetrarne quegli aspetti che a occhio nudo si vedono meno.

Nel recente incontro con gli artisti Papa Francesco ha insistito sul ruolo di chi ha questa lente in più per vedere la realtà: «Nelle opere mettete sempre voi stessi, come esseri irripetibili quali noi tutti siamo, ma con l’intenzione di creare ancora di più. Quando il talento vi assiste, portate alla luce l’inedito, arricchite il mondo di una realtà nuova». Non è quindi una questione di utopia o di mancanza di senso della realtà. Per il Pontefice infatti la creatività dell’artista partecipa «della passione generativa di Dio» e i singoli diventano così «alleati del sogno di Dio, occhi che guardano e che sognano».

Un’artista genera, produce, con la forza dell’immaginazione collabora alla concretezza del mondo, perché come spiega Musil «il “possibile” non comprende soltanto i sogni delle persone nervose, ma anche le non ancor deste intenzioni di Dio. Un’esperienza possibile o una possibile verità non equivalgono a un’esperienza reale e a una verità reale meno la loro realtà, ma hanno qualcosa di divino in sé, un fuoco, uno slancio, una volontà di costruire che non si sgomenta della realtà bensì la tratta come un compito e un’invenzione. Perché Dio fa il mondo e intanto pensa che potrebbe farlo diverso».

Possiamo dunque sperare di essere un riflesso di quei pensieri, piccoli e umili subcreatori, come disse un altro filologo sognatore press’a poco in quegli anni ma in Inghilterra. 

di Saverio Simonelli