· Città del Vaticano ·

Il cardinale Koch sul respiro ecumenico dell’iniziativa pontificia

Un grande segno di unità

 Un grande segno di unità   QUO-153
05 luglio 2023

Non solo cattolici, ma cristiani di ogni confessione faranno parte a pieno titolo dei Nuovi Martiri - Testimoni della Fede. Quelli che verranno riconosciuti e inseriti nel “Catalogo” dalla Commissione che Papa Francesco ha costituito presso il Dicastero delle Cause dei Santi, in vista del Giubileo del 2025. Il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, ne parla in questa intervista a «L’Osservatore Romano» sottolineando il respiro ecumenico dell’iniziativa pontificia.

Nella Lettera costitutiva della “Commissione dei Nuovi Martiri – Testimoni della fede”, il vescovo di Roma afferma che la ricerca riguarderà non soltanto la Chiesa cattolica, ma si estenderà a tutte le confessioni cristiane. Una conferma dell’ecumenismo del sangue?

Certamente. Il Papa è convinto che oggi abbiamo più martiri che nei primi secoli e che i cristiani non sono perseguitati perché sono cattolici, ortodossi o protestanti, ma perché semplicemente cristiani. In tal senso, ritengo sia una grande conferma dell’ecumenismo dei martiri.

Quanto è importante la dimensione del martirologio «che unisce, non divide»?

I martiri che hanno dato il loro sangue per la fede in Cristo sono un grande segno dell’unità e non della divisione. Credo che i martiri in Cielo hanno già trovato l’unità nella fede e possono aiutare noi a ritrovare l’unità anche sulla Terra. In questo senso l’ecumenismo del sangue è un tema molto importante per l’unità dei cristiani oggi.

Oltre ai tanti esempi di vescovi, sacerdoti, consacrati e laici cattolici uccisi in odio alla fede, conosce anche qualche testimone della fede di altre confessioni cristiane?

Penso, soprattutto, ai 21 martiri della Chiesa ortodossa copta, uccisi in Libia il 15 febbraio 2015, che Francesco ha inserito nel Martirologio Romano nel maggio scorso, durante la visita in Vaticano di Sua Santità Papa Tawadros ii . Questo è un segno bellissimo per l’unità e l’amicizia tra la Chiesa di Roma e la Chiesa ortodossa copta. Considerando che questi martiri sono tutti laici, non sono né sacerdoti, né religiosi.

La situazione in Siria e i tanti cristiani uccisi unisce le Chiese più che dividere?

È una grande speranza che i cristiani uccisi in vari Paesi possano aiutare a ritrovare l’unità. Non possiamo nascondere che al tempo di  oggi abbiamo anche il contrario. Ci sono cristiani che uccidono cristiani. Questa è una situazione tragica e triste. La mia speranza è che questa Lettera aiuti a far comprendere il contrario: il buon segno che questi martiri uniscono e non dividono.

di Nicola Gori