Non stanchiamoci
«Anche in questo periodo estivo non stanchiamoci di pregare per la pace, in modo speciale per il popolo ucraino, tanto provato». È quanto ha raccomandato Papa Francesco al termine dell’Angelus recitato a mezzogiorno di domenica 2 luglio.
Ai quindicimila fedeli riuniti in piazza San Pietro e a quanti erano collegati con lui attraverso i media il Pontefice ha rivolto l’invito a ricordare anche «le altre guerre, purtroppo spesso dimenticate, e i numerosi conflitti e scontri che insanguinano molti luoghi della Terra». Da qui l’appello: «Interessiamoci di quello che accade, aiutiamo chi soffre e preghiamo, perché la preghiera è la forza mite che protegge e sostiene il mondo».
In precedenza, commentando come di consueto il brano liturgico del Vangelo domenicale, il Pontefice aveva offerto una riflessione sulla figura e la missione del “profeta”, definito un «segno vivo che indica Dio agli altri» e un «riflesso della luce di Cristo sulla strada dei fratelli». Con il Battesimo, aveva ricordato, «tutti abbiamo ricevuto il dono e la missione della profezia»; quindi «tutti siamo profeti, testimoni di Gesù perché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale».