The Vatican (St Peter’s) Cricket Club riunisce sacerdoti e seminaristi cattolici impegnati in attività di studio e pastorali a Roma. Siamo, appunto, sacerdoti e non professionisti del cricket. L’obiettivo primario di ogni giocatore è vivere e promuovere la propria vocazione sacerdotale. Pertanto la squadra ha un’identità sacerdotale e un impegno pastorale ed è una grande gioia vedere i giocatori avanzare nella vocazione sacerdotale, fisicamente e spiritualmente.
San Giovanni Paolo ii , nell’esortazione apostolica Pastores dabo vobis (1992), ha delineato la formazione sacerdotale come umana, spirituale, intellettuale e pastorale. Ogni area è naturalmente collegata alle altre. La chiamata al sacerdozio ministeriale è un dono di Dio alla Chiesa e può essere realizzata e portata avanti in vari modi.
Anche lo sport diventa un punto focale per coltivare la vocazione sacerdotale. È qui che la squadra di cricket vaticana sale in primo piano per stabilire un legame pastorale con le persone di tutti gli ambiti. La visione di organizzare i Light of Faith Tour, ogni anno in Paesi diversi, ha un significato insieme spirituale, umano e pastorale.
La Chiesa è missionaria per sua natura, perché il Signore assegna a ciascuno di noi una missione: andare per il mondo e proclamare la buona novella a tutta la terra (Marco 16, 15). Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo a tutte le categorie di persone attraverso le nostre parole e azioni, senza fare differenze. Questo è il senso di ogni viaggio, di ogni partita di cricket che organizziamo
Lunedì 3 luglio partiremo per il 9° Tour, alla volta della Spagna. Personalmente ho partecipato a diversi tour, traendo un arricchimento spirituale, pastorale e sportivo.
Ecco le linee di queste esperienze. Anzitutto la dimensione spirituale. Il sacerdozio ministeriale è centrato sull’Eucaristia. In ogni tour del team di cricket la dimensione spirituale è centrale: ogni giornata inizia con la preghiera del mattino, una breve meditazione guidata e la celebrazione eucaristica. Lo spirito di preghiera rafforza la vocazione di ciascuno. Promuove una speciale intimità con Cristo, che chiama i seminaristi e i sacerdoti a condividere la sua missione e il suo ministero divino. Durante il tour recitiamo insieme rosari e altre preghiere che arricchiscono la nostra vita spirituale. Al ritorno dalla partita, recitiamo la preghiera della sera e ringraziamo insieme il Signore.
Un’altra dimensione è l’attenzione concreta ai poveri e agli emarginati. In Kenya abbiamo trascorso una giornata con i bambini delle baraccopoli, insegnando loro a giocare a cricket. A Malta siamo stati in un orfanotrofio e abbiamo organizzato partite bellissime con i bambini. Siamo stati semplicemente insieme con loro, in amicizia, in fraternità, in condivisione. Queste visite hanno davvero arricchito la nostra visione della missione di evangelizzazione e hanno rafforzato la nostra vocazione sacerdotale. Come sacerdoti non dobbiamo aspettare che la gente venga da noi: siamo noi a dover andare dalla gente per amarla e servirla.
Sempre in Kenya, abbiamo visitato un ospedale sovraffollato. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare bambini e anziani che lottavano per la vita. È stata un’esperienza che ha aperto gli occhi a ciascuno di noi come persone impegnate a servire Dio e il suo popolo. Il sacerdozio ministeriale a cui siamo chiamati è servire i poveri. Santa madre Teresa di Calcutta diceva che «non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore». Con questo stile sacerdotale ci siamo anche impegnati nelle attività pastorali parrocchiali.
Particolarmente significative, inoltre, sono state le iniziative per costruire relazioni ecumeniche e interreligiose, anche attraverso il cricket.
C’è poi l’aspetto del gioco, in campo, nelle partite. Sentiamo la missione di testimoniare il nostro vigore spirituale e il nostro atteggiamento di sacerdote con le squadre che ci troviamo davanti. Cerchiamo di fare la differenza dentro e fuori dal campo di cricket con il nostro stile di vita sacerdotale e il nostro spirito sportivo.
di Jogy Kavungal
Giocatore del Team vaticano di cricket, sacerdote dell’Eparchia di Bijnor, in India, e studente del Pontificio Istituto Orientale