
La Chiesa «non può vivere senza trasmettere l’abbraccio dell’amore di Dio e la gioia del Vangelo» al mondo. Lo ha ricordato Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica svoltasi nella basilica Vaticana giovedì mattina, 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo.
Ricordando che per la comunità cristiana l’annuncio è necessario come l’«ossigeno per respirare», il Pontefice — che nel corso del rito ha benedetto i Palli destinati ai 32 arcivescovi metropoliti nominati durante l’anno — ha invitato a riscoprire «l’inquietudine di portare il Vangelo agli altri» per crescere «nella fede e nella conoscenza del mistero di Cristo». Infatti, ha sottolineato, «quando evangelizziamo, restiamo evangelizzati» perché «la Parola che portiamo agli altri torna a noi». E questo, ha aggiunto, «è necessario anche alla Chiesa oggi: mettere l’annuncio al centro». Occorre allora «portare ovunque, con umiltà e gioia, il Signore Gesù: nella nostra città di Roma, nelle nostre famiglie, nelle relazioni e nei quartieri, nella società civile, nella Chiesa, nella politica, nel mondo intero, specialmente là dove si annidano povertà, degrado, emarginazione».
Successivamente, nel guidare la recita dell’Angelus con i fedeli riuniti in piazza San Pietro, Francesco è tornato a rivolgere il suo pensiero alla martoriata Ucraina, invitando a non stancarsi «di pregare per la pace» e assicurando: «il popolo ucraino è ogni giorno nel mio cuore».