· Città del Vaticano ·

Conclusa la visita
del cardinale Zuppi a Mosca come inviato del Papa

 Conclusa la visita  del cardinale Zuppi  a Mosca  come inviato del Papa   QUO-149
30 giugno 2023

Nei giorni 28-30 giugno, il cardinale Matteo Zuppi, inviato del Santo Padre, ha effettuato una visita a Mosca «finalizzata all’individuazione di iniziative umanitarie, che possano aprire percorsi per il raggiungimento della pace». Lo rende noto un comunicato della Santa Sede.

Nei tre giorni, il porporato ha incontrato Yuri Ushakov, assistente del presidente della Federazione Russa per gli Affari di politica estera, e Maria L’vova-Belova, commissario presso il presidente della Federazione Russa per i diritti del bambino, con la quale in particolare ci si è soffermati sugli oltre 19.000 minori ucraini deportati in Russia. Nel corso dei colloqui, «è stato fortemente sottolineato l’aspetto umanitario dell’iniziativa, nonché l’esigenza di poter pervenire alla tanto desiderata pace».

In una breve visita alla Chiesa di San Nicola in Tolmachi, presso la Galleria Tretyakov, il cardinale Zuppi si è soffermato in preghiera davanti all’icona della Madonna di Vladimir, a cui ha affidato la sua missione.

Quindi, ha avuto «un fruttuoso incontro con Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, al quale ha trasmesso il saluto del Santo Padre e con il quale si è ugualmente intrattenuto su iniziative umanitarie che possano facilitare una soluzione pacifica». L’incontro si è tenuto nella sede del Patriarcato di Mosca alla presenza, tra gli altri, del metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, e del nunzio apostolico D’Aniello. «Apprezziamo che Sua Santità l’abbia inviata a Mosca. Lei è a capo di una delle più grandi metropoli, diocesi in Italia ed è un famoso arcivescovo che sta portando avanti un importante servizio per la sua gente», ha affermato Kirill, citato dalle agenzie statali russe.

L’inviato del Papa ha anche incontrato i vescovi della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia, con i quali, insieme a un nutrito gruppo di sacerdoti e alla presenza di ambasciatori e di rappresentanti del ministero degli Affari esteri, ha presieduto una solenne concelebrazione nella cattedrale dell’Arcidiocesi della Madre di Dio, a Mosca. «È stata questa l’occasione per trasmettere alla comunità cattolica la vicinanza, il ricordo e la preghiera del Santo Padre», prosegue la nota.

Nella sua omelia, il porporato ha sottolineato che «come una madre, la Chiesa non può mai accettare la divisione tra i figli. È madre e cerca sempre la pace con pazienza e fermezza per ricomporre quello che il male ha diviso. Come una Madre, la Chiesa invoca in maniera incessante il dono della pace, cercandola instancabilmente perché il dolore di ogni persona è il suo dolore». Essa «non è ingenua — ha aggiunto il porporato —: ricorda e non confonde le responsabilità, rende le avversità opportunità di amore, semina il bene per combattere il male e ristabilire la giustizia, tiene accesa la speranza nel buio delle tenebre, tesse la trama della pace e della fraternità lacerata dalla violenza, dall’odio e dalla diffidenza. È madre». E questo «è l’unico motivo della missione che viviamo in questi giorni, voluta dal successore di Pietro che non si rassegna e cerca di fare di tutto perché l’attesa di pace che sale dalla terra trovi presto compimento», ha concluso il cardinale Zuppi, rivolgendo un pensiero anche «ai bambini, ai piccoli, ai vulnerabili, alle vittime innocenti di una violenza ingiusta, tanto più grande di loro, inaccettabile sempre ancora di più perché coinvolge chi non può difendersi». «Il loro dolore, spesso nascosto nelle ferite profonde del cuore — ha ribadito il cardinale Zuppi —, chiede l’impegno di tutti perché trovino consolazione e protezione. Non è un sogno ingenuo, ma un impegno e un dovere umano e cristiano, indispensabile perché ci sia il futuro».

I risultati della visita, conclude il comunicato, saranno portati alla conoscenza del Santo Padre, «in vista di ulteriori passi da compiere, sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per la pace».