· Città del Vaticano ·

I volti della povertà in carcere - 2

Pavel

 Pavel   ODS-012
01 luglio 2023

Continua tra i “giovani adulti” il nostro viaggio alla scoperta dei «Volti della povertà in carcere». Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, ha creato, in collaborazione con la Direzione del carcere di San Vittore, una rete di istituzioni private e pubbliche che si occupano di ascoltare e riconoscere questi ragazzi durante il tempo della detenzione per migliorare la loro qualità di vita e costruire percorsi di accompagnamento anche fuori dal carcere.

«Prenditi cura del tuo corpo.
È l’unico posto in cui devi vivere».

(Jim Rohn)

Quasi quarantotto ore di permanenza in area trattamentale, osservati da occhi affamati di vita e consumati dalla boria inutile dell’adolescenza e dalla malinconia dei sogni irrealizzati.

«Beato te, che ti intervistano! Ora diventerai famoso!» è il coro che accompagna Pavel, che spunta dal gruppo dei giovani-adulti per la sua altezza e il suo fisico atletico. Ci fa viaggiare nella sua storia, prendendo spunto dal libro che sta scrivendo su di sé. «Durante il corso di lettura, mi ha ispirato la pubblicazione di Giulia Lombezzi, “Sostanze instabili”; un libro che mi ha permesso di capire che siamo tutti apparentemente stabili… come ero io, prima dell’arresto!… Ho iniziato a buttar giù qualche parola e a tirar fuori cose che, di me, non conoscevo, come superare il limite della solitudine. Adesso scopro che è la via in cui mi riconosco, scopro chi sono, che amo il calcio, lo sport e la musica. Le parole mi aiutano a conoscermi meglio».

Invado il campo, come un giocatore in panchina e spiego a Pavel che raccontiamo la sua storia, perché possa essere d’esempio per tutti quei ragazzi che si lasciano impadronire dall’euforia del momento, pensando che sia quella la vera stabilità. «Vorrei rivolgermi a tutti i ragazzi che si lasciano ingannare dall’esteriorità e intraprendono la via sbagliata. Non per forza è la dipendenza da droghe, basta la vita dissennata del quartiere a trarre in inganno! Devi essere pronto ad ammettere che la strada non è il luogo giusto per te, che quelle persone non fanno per te e che magari desideri un’altra vita. Ricaderci, poi, come è successo a me, è come continuare a vivere un amore tossico». Gli chiedo delle sue origini e se la sua famiglia ha avuto sentore della via sbagliata. «Sono romeno e avevo sei anni quando sono arrivato in Italia con la mia mamma, che voleva regalare a me e ai miei sei fratelli un futuro migliore. Ho iniziato a giocare a calcio in eccellenza e ad andare a scuola. Penso che si siano accorti tardi che stavo prendendo una strada sbagliata. Ho tanti sensi di colpa verso mia madre, perché è la seconda volta che finisco in carcere! Adesso devo pagare per gli errori che ho fatto».

I suoi occhi diventano tristi e non posso non dirgli che la vita gli sta aprendo una nuova strada, quella per riconoscere le cadute e le ricadute e per sognare ancora. «Hai ragione! Con il gruppo di ascolto di Arnoldo parliamo sempre dei nostri sogni; ci disponiamo in cerchio e, dopo il confronto con altri ragazzi, facciamo un momento di silenzio in cui preghiamo; in quel momento provo delle sensazioni che non pensavo di poter vivere… I miei sogni? Il calcio era il mio sogno. Mi piace cantare e ho provato a farlo quando ero fuori. I volontari, quando registriamo dei brani, dicono che sono bravo, magari potrei incidere un disco. Realisticamente potrei fare l’imprenditore, come molti della mia famiglia… Ora sto sognando in grande, però!».

Gli torna il buonumore e sorride. Fa bene Pavel a sognare, perché il Santo Padre raccomanda sempre, soprattutto ai giovani, di sognare in grande, perché, quand’anche non si avverasse un sogno grande, se ne avvererebbe uno più piccolo.

Gli dico: «Ho visto che c’è un campo di calcio, ti andrebbe di fare qualche tiro per noi?». Sorride e acconsente con piacere. Ho letto da qualche parte che gli uomini possiedono delle doti straordinarie che non sanno di avere… Pavel è, davvero, un ragazzo straordinario e la vita lo attende!

di Rossana Ruggiero