· Città del Vaticano ·

Il paradiso deve ancora arrivare

 Il paradiso  deve ancora arrivare  ODS-012
01 luglio 2023

Tante sono le amicizie nate nel corso di questo anno tra «L’Osservatore di Strada» e le molte realtà che operano per l’accoglienza e l’assistenza di chi vive in condizioni di povertà estrema e di emarginazione. Tra questi nuovi amici ci sono anche gli operatori e i volontari dell’Associazione Arci Solidarietà e di Binario 95 che, con il sostegno della Tavola valdese, hanno realizzato nel 2022 un laboratorio di narrazione rivolto a persone con esperienza di vita in strada. Il laboratorio, realizzato all’interno del progetto «Strada Maestra» che si propone di attivare percorsi di valorizzazione delle risorse, delle competenze e delle storie delle persone senza dimora, ha portato alla pubblicazione del libro «Storie senza dimora», dal quale è tratto il racconto che pubblichiamo qui di seguito. Chi fosse interessato può richiedere il libro scrivendo a
comunicazione@arcisolidarietaonlus.com.

Durante un giorno un po’ speciale, Ursula era immersa in una grande vasca idromassaggio da ben due ore. Il tempo sembrava fermo, il suo corpo e la sua mente erano rilassati e in pace, stava fumando la più buona sigaretta di sempre.

Quella pace venne interrotta dal trillo del suo cellulare. Il telefono suonava, suonava e risuonava, non aveva proprio intenzione di smettere. Ursula uscì di fretta dalla vasca per spegnerlo e poter ritornare al suo meritato relax, ma quando lesse il nome Gianna sullo schermo, decise di rispondere.

Ursula conobbe Gianna quando non aveva nulla e viveva per strada.

Ricordò il giorno in cui Gianna l’avvicinò: stava andando a fare una doccia in uno dei posti messi a disposizione per chi vive per strada. Quello fu l’inizio di una conoscenza che piano piano divenne amicizia.

Ma la vita per strada non era facile e in un giorno più brutto degli altri Gianna fece una proposta a Ursula che Ursula non rifiutò. La invitò a dormire nel suo piccolo centro di accoglienza.

Rimase lì un anno! Le donne che erano lì si prendevano cura di lei e questo le piaceva, la faceva stare bene.

Dopo un po’ Ursula cominciava a sentire che la notte era al sicuro, ma il giorno no. Il giorno lo trascorreva in giro per la città, senza nulla da fare e questo vuoto cominciava a starle stretto. Le giornate erano lunghe e pesanti da trascorrere da sola, così Gianna le fece una nuova proposta che Ursula accettò. Le fece conoscere Binario 95, un centro di accoglienza diurno dove era possibile partecipare a tante attività sociali e culturali.

Furono tutti questi i ricordi che le passarono in testa quando sullo schermo del telefono lesse il nome Gianna.

A Gianna doveva rispondere!

All’inizio non capì cosa le stesse dicendo, Gianna ripeteva: «Prendi le tue cose e potrai trasferirti per qualche giorno in una nuova casa».

Diceva che questa nuova casa, se le fosse piaciuta, sarebbe potuta essere la sua. Ursula era confusa, ma a Gianna non poteva dire no, così preparò una piccola borsa, con un pigiama, poca biancheria e partì.

Quando arrivò all’indirizzo che le era stato dato, c’erano tanti amici che l’aspettavano a braccia aperte. Nel vederli Ursula rimase stupita e incredula, non si aspettava tutto quel calore. Così l’accompagnarono a visitare la casa: «Ecco la tua casa, c’è la cucina, il salone, il frigo… ecco a te le chiavi!», le dissero.

«La mia casa, la mia cucina, il mio salone, il mio frigorifero», disse Ursula tra sé e sé e ancora, «le mie chiavi di casa e del portone… è la mia casa!??!».

“È la mia casa!”, realizzò improvvisamente!

Prima abitava in un dormitorio, alle otto di mattina doveva uscire, invece qui poteva restare. Ursula rimase due giorni piena di gioia seduta in poltrona a guardarsi intorno, chiusa come in un barattolo, pieno di cose buone.

Oggi, ricordando quel momento, ammette: «Se ripenso a quel giorno, a quella telefonata, io non mi aspettavo nulla, credevo di essere già in paradiso e invece il meglio doveva ancora arrivare!».

di Ursula Walicka