
Abbiamo scoperto «L’Osservatore di Strada» nell’ottobre scorso, durante una visita a Roma per incontrare gli amici della comunità di Sant’Egidio. È stato amore a prima vista. Ci hanno colpito le tante storie pubblicate, così ricche di umanità, e soprattutto il fatto che, a differenza di molte pubblicazioni “sui poveri”, in questo giornale sono i poveri a parlare, a raccontarsi in prima persona.
Quando siamo tornati a Toronto, in Canada, nella nostra comunità che fa parte della Chiesa ortodossa, ci siamo messi subito in contatto con la redazione proponendo di collaborare in modo regolare, offrendoci di raccontare la storia di persone che vivono in strada qui, a Toronto, e di pubblicare, a nostra volta, qualche storia di chi vive in strada a Roma.
Quando, poi, ho condiviso questo progetto con alcuni poveri della nostra Missione a Toronto, ho avvertito una certa incredulità: «Chi mai potrebbe essere interessato a ciò che abbiamo da dare?». Come ci ricorda spesso Nicolaie, il nostro sacerdote, i poveri soffrono nel percepire che nessuno vuole quello che hanno da dare, anche se la società ne avrebbe grande bisogno.
Così è iniziata la bella avventura tra la St. John - The Compassionate Mission di Toronto e «L’Osservatore di Strada». Il protagonista del nostro primo contributo è stato Manuel, un uomo delle Prime Nazioni del Canada che vive in strada a Toronto. È stata una grande emozione, un segno di forte condivisione e connessione, vedere la sua storia pubblicata insieme con quelle di altre persone che vivono la sua stessa condizione di senza dimora a Roma.
«L’Osservatore di Strada» ricalca quello che, da più di 37 anni, facciamo con le nostre pubblicazioni, cercando di dare voce e valore alle storie e alla saggezza dei poveri che sono al centro della vita quotidiana della nostra missione. Chi visita il nostro sito web (www.stjohnsmission.org) può leggere l’ultima edizione dell’«Osservatore di Strada» e rendersi conto della profonda sintonia di visione che c’è tra noi.
Spesso, i poveri restano sorpresi dal fatto che le loro parole siano così importanti da essere lette a Roma. Allo stesso tempo, per noi, poter leggere storie che vengono da Roma ci fa comprendere ancora di più le tante sfide che i poveri devono affrontare in tutto il mondo.
La società canadese tende ad essere un po’ chiusa in se stessa: questioni come quella dei rifugiati e dei migranti non sono avvertite allo stesso modo con cui lo sono in Italia o in altri Paesi. Anche i poveri soffrono di questo. «L’Osservatore di Strada» ci aiuta perciò ad allargare il nostro sguardo. È importante incarnarsi concretamente in una determinata realtà, ma allo stesso tempo, soprattutto oggi, è fondamentale poter condividere la lotta universale dei poveri e dare voce ai poveri. Sono loro il futuro delle nostre società e delle nostre Chiese.
È bello anche aver trovato, attraverso «L’Osservatore di Strada», un modo diverso di fare ecumenismo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. Per noi è una gioia poter condividere ciò che ci accomuna: Cristo nella voce e nella vita dei poveri.
di Roberto Ubertino