Un lavoro artigianale fatto

Una professione ancora artigianale in un mondo sempre più virtuale, che si fa con «taccuino, penna e sguardo» attento al reale: tre “elementi” che nel lavoro giornalistico «forse si usano sempre di meno, ma che hanno ancora tanto da insegnare». Il Papa li ha indicati nel discorso consegnato oggi a una delegazione del Premio Biagio Agnes, ribadendo che ogni giornalista «è chiamato a “consumare le suole delle scarpe” o a percorrere le strade digitali sempre in ascolto delle persone». Egli «non è mai un contabile della storia, ma una persona che ha deciso di viverne i risvolti con partecipazione». Facendo riferimento all’“atto creativo” degli operatori dei media, che unisce «la ricerca della verità con la rettitudine e il rispetto per le persone», il Pontefice ha concluso auspicando uno sguardo attento sulla realtà capace di disarmare il linguaggio e favorire il dialogo, visto che «oggi si può esserne distolti da parole, immagini e messaggi che inquinano la vita» come insegnano il «triste fenomeno delle fake news», «la retorica bellicista o tutto ciò che manipola la verità».