
È solo il primo di un progetto più vasto l’appuntamento che si terrà dal 29 giugno al 1° luglio a Cuba dal titolo L’essere umano tra nuove tecnologie e trascendenza. Per un umanesimo 4.0. Ed è frutto dell’incontro che si è svolto all’inizio dell’estate dello scorso anno a L’Avana tra Giuseppe D’Anna, docente ordinario di Storia della filosofia e direttore del Dipartimento di filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e il direttore dell’Istituto di studi ecclesiastici «Padre Félix Varela», Yasmany Ibaldo Pérez Marañon. Nasce così, anche grazie al fondamentale supporto del rettore della Cattolica, Franco Anelli, una collaborazione internazionale con l’unico istituto cattolico a Cuba che conferisce titoli con l’autorità della Santa Sede.
La ricerca scientifica di ambito filosofico-umanistico e la formazione di giovani universitari sono il comune denominatore di un progetto inaugurato da questo convegno, il cui centro è un’idea di sapere dal timbro umanologico fondata sul valore dell’essere umano nella sua irriducibile interezza e unicità e nella sua costitutiva apertura alla trascendenza, agli altri e all’Altro. Le vie di ricerca comuni intendono avviare l’elaborazione di un nuovo umanesimo, in grado di confrontarsi, con competenza e senza pregiudizi, sia con l’innovazione tecnologica, sia con le problematiche ecologico-ambientali e con le ormai sempre più complesse relazioni tra le persone e i popoli. In nessun caso infatti può venir meno la domanda di senso relativa all’esistenza e al destino dell’uomo stesso che può articolarsi legittimamente soltanto all’interno di un “umanesimo di trascendenza”.
Non a caso il convegno cubano si inserisce a pieno titolo nelle attività del progetto Cambiamento o trasformazione? Conoscere, comunicare e trascendere nell’era digitale. Per un nuovo umanesimo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. «Il convegno internazionale che si terrà a L’Avana — spiega D’Anna — intende concentrarsi sugli effetti che i progressi delle nuove tecnologie possono produrre sull’essere umano in differenti contesti. Come ha affermato Papa Francesco, infatti, le nuove tecnologie sono un dono e possono portare frutti di bene, ma è necessario che la pervasività tecnologica di strumenti ormai potentissimi non sfoci in una concezione meccanicistica e in una pratica riduzionistica della natura umana». In tal senso, «la riflessione sulla trascendenza, cifra costitutiva della persona, diviene la via inaggirabile grazie alla quale costruire un’educazione alle nuove tecnologie capace di preservare la libertà e la responsabilità dell’uomo e di attribuire senso pieno al suo essere. Porre al centro la trascendenza, soprattutto oggi, significa anche mettere al centro la dignità della persona nel suo legame con gli altri, preservandola da ogni sua traduzione in mero dato tecnico, scientifico e di consumo. Si tratta, vale a dire, di progettare insieme teorie e pratiche sostenibili che si avvantaggino dei progressi scientifici e tecnologici, promuovendo nello stesso tempo l’unicità irriducibile di ogni essere umano».
Le attività internazionali con l’Instituto de estudios eclesiasticos «Padre Félix Varela» proseguiranno con lo scambio tra professori universitari e l’istituzione di un laboratorio di ricerca che si concretizzerà in eventi scientifici, pubblicazioni e nella creazione di una nuova e stimolante quanto necessaria geografia del pensiero, in grado di contribuire alla costruzione di un orizzonte di indagine e formazione che, senza demonizzare i progressi tecnologico-scientifici, promuova nello stesso tempo il valore centrale e non negoziabile della dignità di ogni essere umano.
Hanno collaborato alla riuscita dell’evento il Dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università degli studi di Perugia, la Pontificia università cattolica del Cile, l’Università Abate Oliva Ceu di Barcellona e l’Istituto di bioetica «Juan Pablo ii » a L’Avana.
di Paolo Ondarza