Nel Nagorno-Karabakh la disputa per le risorse del lago di Sarsang
La siccità è solo concausa della grave crisi idrica in cui versa il bacino di Sarsang, nella regione del Nagorno-Karabakh. La causa principale è invece il conflitto irrisolto tra queste montagne del Caucaso, che vede contrapporsi armeni e azeri anche sullo sfruttamento delle risorse idriche. Sono passati oltre sei mesi dal 12 dicembre, quando è iniziato il “blocco” del corridoio di Lachin, unica striscia di territorio che collega l’Armenia e il Nagorno-Karabakh. E nel mese di aprile gli azeri hanno istituito un vero e proprio posto di blocco lungo il Corridoio, limitando gli spostamenti verso la regione quasi esclusivamente ai mezzi di Croce rossa internazionale e peacekeeper russi. Per gli armeni del Nagorno-Karabakh una privazione della libertà di movimento e una condizione di isolamento dal resto del mondo.
Al dramma umanitario nel quale si trovano i circa 120.000 armeni sempre più arroccati nell’area, considerata da Baku parte integrante del territorio azero, si aggiunge ora la problematica ambientale. La guerra del 2020 ha visto l’Azerbaigian conquistare circa 30 impianti idroelettrici prima controllati dagli armeni e questa regione ricca di risorse idriche si è ritrovata così dipendente dall’Armenia per il fabbisogno di energia. Lo scorso inverno è stato segnato da continue interruzioni nelle forniture a causa di danni alla rete con l’Armenia, ancora non riparati poiché i cavi danneggiati si trovano nel territorio sotto controllo azero. Tutto ciò ha comportato uno sfruttamento intensivo delle riserve del bacino di Sarsang, dove si trova l’unico dei sei impianti idroelettrici della regione ancora sotto controllo armeno in grado di contribuire al fabbisogno energetico.
La siccità primaverile è stata poi complice dell’attuale record di penuria di acqua, tanto da costringere le autorità a ricorrere, a fine maggio, a blackout programmati. Le prospettive in vista dell’estate non sono rosee, considerando che dalle acque del Sarsang dipendono anche migliaia di agricoltori azeri nella valle del fiume Tartar.
Il controllo dello sfruttamento delle risorse idriche è un tema caldo nei rapporti tra Armenia e Azerbaigian. Baku nel febbraio 2023 ha avviato un arbitrato contro Yerevan ai sensi del Trattato sulla Carta dell’Energia, nel quale viene contestata la costruzione tra il 1991 e il 2020 di almeno 37 impianti idroelettrici “non autorizzati” nel Nagorno-Karabakh. (valerio palombaro).