· Città del Vaticano ·

Il Dicastero per il clero per la Giornata della santificazione sacerdotale

Riscoprire la bellezza
del ministero e ravvivare
il dono ricevuto

 Riscoprire la bellezza del ministero   e ravvivare il dono ricevuto  QUO-139
17 giugno 2023

Per riscoprire «la bellezza del ministero ordinato e ravvivare il dono ricevuto» è necessario «ritornare a contemplare il cuore del Maestro, a posare il capo sul suo petto tutte le volte che ne avvertiamo il bisogno», e «attingere continuamente al fiume di grazia e di misericordia che scaturisce dal suo fianco trafitto». Il suggerimento è arrivato ieri, venerdì 16 giugno, dal Dicastero per il clero in occasione della Giornata della santificazione sacerdotale, tramite un messaggio firmato dal prefetto, il cardinale Lazzaro You Heung-sik, e dal segretario, l’arcivescovo Andrés Gabriel Ferrada Moreira.

Nel testo, rivolto a tutti i presbiteri, viene posta l’attenzione sulla concomitanza e sul legame tra la giornata di preghiera — istituita il 25 marzo 1995 da san Giovanni Paolo II — e la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. «La santificazione dei sacerdoti — si legge nel documento — è legata all’accompagnamento del Popolo di Dio a loro affidato». Nel Cuore di Gesù, viene sottolineato, «il sacerdote impara ad amare i suoi fratelli e sorelle, e a camminare al loro fianco» verso la santità». Nel Cuore trafitto del Cristo, aggiungono i responsabili del Dicastero, il sacerdote «impara ad offrire se stesso per la salvezza del mondo» e a riflettere «su come vivere il ministero ordinato, riscoprendo il dono della sinodalità», perché una Chiesa sinodale «è chiamata, innanzitutto, a condividere la Parola di Dio, dando testimonianza autentica e gioiosa della propria fede». Da qui la raccomandazione secondo cui solo una «comunità in ascolto orante, in cammino con e verso Dio», permette «sia ai pastori che al gregge di riscoprire la propria identità, di recuperare il senso di appartenenza alla Chiesa».

Il messaggio si conclude con un riferimento alle quattro colonne costitutive del sacerdozio che Papa Francesco, definendole le “quattro vicinanze”, indicò il 17 febbraio 2022 ai partecipanti al simposio “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”, «Possono aiutare in modo pratico, concreto e speranzoso a ravvivare» e mantenere vivi «il dono e la fecondità che un giorno ci sono stati promessi», affermò il Pontefice quel giorno. La prima, viene ricordato nel messaggio, è la vicinanza a Dio, cioè al «Signore delle vicinanze»: da questa relazione, il sacerdote, «potrà attingere tutte le forze necessarie per il suo ministero». Vi è poi la vicinanza al vescovo, importante per «imparare ad ascoltare», e comprendere la volontà di Dio «attraverso l’arte del discernimento». La terza è quella tra sacerdoti, «che si attua in una fraternità che rifugge la solitudine e l’indifferenza» e tende «alla capacità di sentirci responsabili gli uni gli altri». Infine, la vicinanza al popolo, vissuta non come un dovere ma come una grazia.