Scrivendo ai «santi»

«Lo staff medico informa che il decorso post operatorio del Santo Padre continua ad essere regolare, osservando le prescrizioni mediche. Papa Francesco continua ad alimentarsi normalmente. Questa mattina ha ricevuto la Santa Eucaristia e successivamente si è dedicato alle attività lavorative». Lo ha reso noto stamani, lunedì 12 giugno, la Sala stampa della Santa Sede.
Al policlinico Gemelli — dove è ricoverato da mercoledì 7 giugno — il Pontefice aveva trascorso bene il pomeriggio di ieri, domenica 11, e aveva anche «potuto fare qualche passo», dedicandosi «per alcune ore al lavoro, intervallato al riposo e alla preghiera».
Al termine della mattina il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, aveva confermato la regolarità del decorso dopo l’intervento: «Il Santo Padre continua ad essere apiretico ed emodinamicamente stabile; ha effettuato fisioterapia respiratoria ed ha continuato a mobilizzarsi». Poco prima Francesco aveva «seguito la santa messa in diretta televisiva e ricevuto l’Eucaristia». Si era poi recato «presso la cappellina dell’appartamento privato», per raccogliersi «in preghiera per la recita dell’Angelus».
Moltissime persone, in ogni parte del mondo, si sono unite spiritualmente a lui al momento della preghiera mariana di mezzogiorno, non solo nel piazzale del Gemelli e a piazza San Pietro.
Dopo l’Angelus, aveva reso noto il direttore della Sala stampa, il Papa aveva «pranzato comunitariamente con quanti lo assistono in questi giorni di degenza nell’appartamento privato (medici, assistente sanitario, infermieri, ausiliari e personale del Corpo della Gendarmeria)».
Notizie positive erano, inoltre, state comunicate dalla Sala stampa della Santa Sede anche nella serata di sabato 10 giugno: «Papa Francesco ha trascorso la giornata tra riposo e lavoro, nel pomeriggio ha ricevuto l’Eucarestia».
A confermare il miglioramento regolare delle condizioni di salute del Papa c’è anche il significativo scambio “epistolare” con i suoi “vicini” del reparto di neuropsichiatria infantile e neuro pediatrico del Gemelli. È stato proprio «il gruppo del personale infermieristico, operatori sanitari e ausiliari» a scrivere una lettera al Pontefice, a mano, su due fogli “di lavoro” con l’intestazione “diario clinico”.
Ricordando le lettere e i disegni subito preparati per Francesco dai bambini e dai ragazzi ricoverati nel reparto, il personale ha confidato la propria esperienza di essere testimone «della sofferenza dei nostri piccoli e dei genitori che, nella crescita dei loro figli, hanno accettato di “portare” una croce alquanto pesante e non solo per credenza religiosa o fede ma anche per il valore legato alla parola vita sopportando e supportando tutti i giorni e tutte le notti i loro figli e che durante i lunghi ricoveri diventano inevitabilmente la nostra famiglia».
«Capita di vederli “volare via” — hanno scritto al Papa — lasciando un vuoto incolmabile ai loro cari e lasciando nei nostri cuori cicatrici indelebili ma che fanno riflettere tanto».
Il pontefice ha voluto rispondere subito, con una lettera, rivolgendosi direttamente al personale del reparto: «Ogni giorno, stando a contatto con i piccoli ammalati, che come avete scritto, spesso “capita di vedere volare via”, sperimentate il trauma che la sofferenza provoca nelle vite delle persone che purtroppo si propaga anche agli affetti più cari».
«Siete testimoni della vita e non della morte» sono le parole di Francesco. «E così — continua — siete chiamati a dare conforto e sollievo negli ultimi istanti, accompagnando questi piccoli “angeli” fino alle soglie dell’incontro con il Signore. Per questa vostra dedizione, siete tra i “Santi della porta accanto”. Siete immagine della Chiesa “ospedale da campo”, la quale continua a svolgere la missione di Gesù Cristo, che avvicinò e guarì persone sofferenti per ogni genere di male e si chinò a lavare i piedi dei suoi discepoli».
«Siate sempre buoni samaritani — conclude il Papa incoraggiando il servizio del personale — che si fanno carico della vita e del dolore del prossimo. E continuate a coltivare la cultura della prossimità e della tenerezza». E la firma autografa Francesco è preceduta dal fraterno augurio: «Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca».
Intanto continuano a giungere messaggi augurali al Papa da tutto il mondo. A quelli dei giorni scorsi si è aggiunta, in particolare, l’espressione di vicinanza del presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulidīs.