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A San Luigi dei Francesi il cardinale Parolin accoglie le reliquie di santa Teresa di Lisieux

Essere amore
nel cuore della Chiesa

 Essere amore nel cuore della Chiesa   QUO-132
09 giugno 2023

La santità di Teresa di Lisieux è esemplare per ogni stato di vita cristiana. La “piccola via” che mostra è «piccola» nel senso che «invita l’anima a riconoscersi debole e impotente», ma è «forte della potenza di Dio», in quanto «invita l’anima a confidare in Gesù e ad affidarsi totalmente a Lui come farebbe un bambino». Lo ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, nella messa celebrata mercoledì pomeriggio, 7 giugno, nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Durante il rito sono state accolte le reliquie di santa Teresa e dei suoi genitori, Luigi e Zelia Martin, che al mattino erano state venerate da Papa Francesco nel corso dell’udienza generale. La peregrinatio si colloca nel contesto del centocinquantesimo anniversario della nascita e del centesimo anniversario della beatificazione della santa.

Nell’omelia il porporato ha ricordato che seguire la strada che Teresa indica, e che lei stessa ha seguito, «non ci risparmierà sofferenze e sacrifici, ma non deve esimerci dal voler amare Gesù appassionatamente, fino a donarci». Solo se il discepolo di Cristo, «coinvolto nelle tribolazioni o vittima di persecuzioni di ogni genere», si abbandona come un bambino al Padre, «rimane sereno e gioioso e si oppone con veemenza ai tentativi di deportarlo nelle “Babilonie” del presente».

La vita di Teresa, ha osservato il cardinale, è stata come «un mosaico e un momento iconico» di testi biblici. Ella ha dato al mondo la «testimonianza autentica di una vita in cui l’amore di Gesù era l’anticipo della vita eterna». La santa «amava Gesù appassionatamente, concretamente, in tutto e dappertutto, dalla casa di famiglia al convento carmelitano, tanto da riconoscere e accogliere la sua presenza amorosa in tutti gli eventi della sua vita, anche i più dolorosi». Aveva una tale familiarità con Dio che «gli parlava quotidianamente a cuore aperto, con una freschezza e una semplicità sconcertanti». Il segretario di Stato ha ricordato che il giorno della prima Comunione ella confidò di aver sperimentato un’intima unione con Gesù.

Teresa, ha affermato Parolin, è santa della fedeltà in quanto «accolse sempre con generosità e sacrificio le manifestazioni di Dio nella sua vita». Né la sofferenza, «né il dolore, nelle loro molteplici forme, nemmeno la terribile notte della fede — non riusciva più a credere all’esistenza del cielo, quel bel cielo che un tempo l’aveva tanto attratta — la scoraggiarono nel suo slancio e nella sua determinazione a diventare sposa di Gesù».

Ciò, ha aggiunto, vale per chi vuole vivere «un rapporto privilegiato con Gesù, un rapporto che vada oltre l’ordinario e il mediocre, oltre il “clientelismo” spirituale, ecclesiale e morale e il relativismo in tutte le sue forme». Nulla «ci deve fermare: camminiamo con decisione nelle vie del Signore e secondo i suoi comandamenti, resistiamo alle tentazioni e ai compromessi di ogni genere, lottiamo per perseverare nella preghiera e nel perdono, restiamo saldi nella fede di fronte alle avversità». Solo così si potrà «incontrare il Dio vivente e il Dio dei vivi, in un mondo che spesso rifiuta di elevare le nostre anime al Signore».

D’altra parte, Teresa è un “gigante” della santità. «Il suo atto di offerta all’amore misericordioso — ha detto il celebrante — è uno dei punti più alti della storia della spiritualità». Considerando «il suo cuore di guerriero dell’amore», convinta che il suo sposo fosse vivo per sempre, sul letto di dolore e agonia poté confessare: «Non sto morendo, sto entrando nella vita».

In effetti, «amando appassionatamente Gesù, facendo di Lui il suo unico sposo, al punto di avergli donato tutta la sua vita, di avergli dedicato tutte le sue attività, tutti i suoi pensieri, tutte le sue attenzioni», al punto di aver sacrificato tutto, «sopportato tutto, sofferto tutto, offerto tutto per Lui», «come un angelo del cielo», rimane ora, e per sempre, ciò che «aveva cominciato ad essere nel suo Carmelo: la “Sposa di Gesù”».

Oggi più che mai, ha continuato il porporato, Teresa «si rivolge a tutti noi dicendo: abbiate fiducia, quello che ho vissuto con Gesù potete viverlo anche voi! Santa Teresa è inesauribile e originale!». Possa la santa — è stato il suo auspicio conclusivo — intercedere per tutti e insegnare «ad amare Gesù come lei lo ha amato, a soffrire per lui come lei ha sofferto». Da qui l’invocazione alla patrona delle missioni perché ottenga «la grazia di essere amore nel cuore della Chiesa, nostra madre».