«L’uomo propone e Dio dispone». Il vecchio detto popolare più ci penso e meno mi convince. Secondo me ha più senso il contrario: «Dio propone e l’uomo dispone». Ci sono delle buone ragioni a favore della versione originale: il ribadire che Dio è più grande e più potente dell’uomo, il saper accettare con pazienza e magari accogliere con gioia ciò che accade inscrivendolo nella volontà divina... Ma le ragioni a favore della versione rovesciata appaiono più convincenti.
Il tema sottostante è ovviamente quello della libertà che è l’elemento che contraddistingue la religione cristiana. Se infatti l’antica versione del detto può condurre ad un approccio alla vita rassegnato e alla fine fatalista, la seconda versione sottolinea la grandezza della dignità umana fondata sui due pilastri della libertà e della responsabilità. In altri termini, il vecchio detto suona inconfondibilmente pagano. Secondo questa visione l’uomo propone, cioè si propone, è positivo e propositivo, mentre Dio risulta negativo, ostativo. Proprio come gli dei della Grecia che di fronte alle gesta e all’ingegno degli uomini stavano lì pronti a mortificarli. In questo senso è illuminate la lettura del saggio di Charles Moeller Saggezza greca e paradosso cristiano scritto negli anni ‘40 del secolo scorso, eppure di grande attualità: anche oggi infatti la società occidentale è venata di paganesimo e di fatalismo, per cui l’uomo è buono e pieno di “proposte”, e di un vuoto “ottimismo” che poi si rovesciano in risentimento e rassegnazione se il destino si rivela “cinico e baro” e in illusioni fragili e irrimediabilmente perdute.
Nella nuova versione invece è Dio che propone, cioè si propone: e questo è proprio lo stile del Dio della Bibbia, un Dio discreto che non si impone ma appunto avanza una proposta che coincide con la sua stessa persona. Sottopone alla risposa umana la sua pro-posta che come dice la parola stessa “pone davanti” alla libera scelta dell’uomo: «Egli ti ha posto davanti il fuoco e l’acqua: là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà» (Siracide 15, 16-17). Contemporaneo al saggio di Moeller il romanzo di C.S. Lewis Il grande divorzio esprime il concetto che il Paradiso è il luogo dove l’uomo dice a Dio «sia fatta la Tua volontà» e l’Inferno è il luogo dove Dio dice all’uomo: «Sia fatta la tua volontà», sottolineando il gran conto in cui Dio tiene la libertà umana. È in gioco appunto la dignità dell’uomo, come ha espresso, con il suo stile tagliente, Flannery O’Connor: «Senza Inferno non c’è dignità».
Il Dio cristiano non mortifica, ma esalta la libertà dell’uomo al punto da farsi piccolo ed arretrare di fronte ad essa; è un Dio buono e gentile che lascia all’uomo di disporre di sé, del mondo e infine di Dio stesso che arriva all’audacia di mettersi a disposizione dell’uomo, ponendosi addirittura nelle sue mani.
di Andrea Monda