«A lei, che si è lasciata semplicemente sostenere e trasportare dalla mano del Signore, chiedo spesso di prendere nelle sue mani un problema che ho di fronte, ... un viaggio che devo affrontare. E le chiedo, se accetta di custodirlo e di farsene carico, di inviarmi come segno una rosa. Molte volte mi capita poi di riceverne una». Chissà se stamane, all’inizio dell’udienza generale, deponendo proprio una rosa bianca sul banchetto in cui erano state collocate le spoglie mortali di Teresa di Lisieux, il pensiero di Papa Francesco non sia andato a queste parole, da lui stesso pronunciate nell’ottobre 2015 durante un’intervista rilasciata a Caroline Pigozzi di «Paris Match».
Il Pontefice, infatti, appena sceso dalla papamobile, si è raccolto in silenziosa preghiera davanti alle reliquie della “piccola Teresa” e a quelle dei suoi santi genitori Louis e Zélie, collocate alla destra della cattedra. E improvvisamente il silenzio si è diffuso nell’intera piazza San Pietro, a testimonianza dell’alto valore spirituale, della meravigliosa storia d’amore della santa francese. La presenza dei reliquiari — promossa dall’Unesco e dalle due ambasciate di Francia a Roma, quella presso la Santa Sede e quella italiana — è legata al doppio giubileo per il 150° anniversario della nascita, il 2 gennaio 1873, e per il centenario della beatificazione, il 29 aprile 1923, della «più grande santa dei tempi moderni» — come la definì Pio x — proclamata dottore della Chiesa da san Giovanni Paolo ii nel 1997.
Li accompagna una delegazione guidata da Jacques Habert e Bruno Feillet, vescovi rispettivamente di Bayeux, la diocesi di Lisieux, e di Séez, luogo di nascita della santa e sede del santuario di Alençon.
Il primo ha ricordato come per Teresina si tratti della seconda “presenza” in Vaticano. «Nel novembre 1887, ella venne in pellegrinaggio a Roma, insieme con il padre e con la sorella Celina, per incontrare Leone xiii, al quale “infrangendo qualche regola” chiese il permesso di entrare, appena quindicenne, nel Carmelo». E un anno dopo realizzò tale desiderio.
Il suo imponente reliquiario, pesante 250 chili, dal 1997 ha compiuto quasi 130 viaggi in più di 80 Paesi. Appena tornato dalla Germania, dopo aver trascorso cinque mesi nelle Filippine, è arrivato a Roma ieri, nella rettoria di Sant’Antonio Abate all’Esquilino, dove il cardinale Tagle ha presieduto una celebrazione. Fino al 16 giugno, con il patrocinio del Vicariato, sarà portato ogni giorno in varie parrocchie e comunità romane. Il pellegrinaggio in Italia, coordinato dal Pontificio Collegio Russicum — di cui la santa è protettrice — era iniziato sabato 3 con una tappa a Mantova, per proseguire a Scandiano (Reggio Emilia).
Nel pomeriggio di oggi sono in programma un ricevimento all’ambasciata di Francia presso la Santa Sede e la messa celebrata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin nella chiesa di San Luigi dei Francesi, seguita da una veglia di preghiera con un centinaio di carmelitani e carmelitane. Giovedì il trasferimento alla Pontificia università Teresianum.
Da Iaşi in Romania la nonna incontrata nel 2019
A distanza di quasi quattro anni, stamane Papa Francesco ha incontrato nuovamente quella nonnina di Iaşi che lo aveva tanto emozionato durante il viaggio in Romania del 2019. Al punto che volle far stampare un cartoncino della sua immagine col nipotino di pochi mesi in braccio. Una testimonianza diretta dell’importanza della trasmissione della fede tra le generazioni. L’anziana donna è arrivata con le appartenenti al movimento laicale “Unione delle madri misericordiose cristiane”, accompagnate da Elisabetta Barolo, religiosa delle Missionarie della Passione, impegnata in Romania da oltre 25 anni, e da don Isidoro Iacovici, parroco di San Vitale a Roma — sede della comunità nazionale romena — e responsabile in Italia dei cattolici romeni di rito latino.
«L’attività di preghiera di queste mamme è incredibile. Ben tre volte al giorno si riuniscono per pregare per il Papa, per la Chiesa e per la formazione di nuove famiglie» ci ha detto suor Elisabetta con al fianco Eugenia Damatar, che nel 2009 ha dato vita al movimento.
I ragazzi del i corso della Scuola delle Arti e dei mestieri
Hanno ricevuto parole di saluto e incoraggiamento proprio dal Pontefice i venti giovani — provenienti da Italia, Perú, Germania e Bielorussia — che il 26 giugno termineranno la prima edizione della Scuola delle Arti e dei Mestieri della Fabbrica di San Pietro, promossa in collaborazione con la fondazione Fratelli tutti, per la formazione di futuri artigiani nella lavorazione del marmo, degli stucchi, dei decori, del legno e della muratura. Ad accompagnarli la loro tutor Gloria Amaduzzi, che ha confermato come il “sapere con le mani” da essi appreso dalle esperte maestranze della basilica Vaticana potrà permettere loro una crescita sia umana sia spirituale.
Il giro del mondo a vela per la tutela degli oceani
All’udienza generale era anche presente una delegazione di “The Ocean Race”, il giro del mondo a vela in equipaggio — giunto alla 14a edizione — partito lo scorso 15 gennaio da Alicante in Spagna, con tappa conclusiva a Genova dal 24 giugno al 2 luglio prossimi. «Abbiamo donato al Santo Padre la bandiera», ci ha raccontato il sindaco del capoluogo ligure, Marco Bucci, sottolineando «la valenza sociale e ambientale della competizione, in considerazione anche dell’attenzione posta dal Papa sulla cura della casa comune». Durante la regata, infatti, le imbarcazioni si trasformano in laboratori galleggianti con i velisti primi ambasciatori dello stato di salute degli oceani, anche in vista dell’ambizioso obiettivo di redigere la carta dei Diritti degli Oceani da presentare alle Nazioni Unite. I natanti che partecipano alla competizione attraverseranno tutti gli oceani, toccando quattro continenti e otto città: Capo Verde e Città del Capo in Africa, Itajaí in Brasile, Newport Rhode Island negli usa, Alicante, Aarhus, L’Aja e Genova in Europa.
Sempre in tema di tutela dell’ambiente e in vista della prossima Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, in programma il 17 giugno, significativa la presenza sul sagrato di Ibrahim Thiaw, sotto-segretario generale dell’Onu e segretario esecutivo della “Convenzione per combattere la desertificazione e la siccità”.
La fiaccola della pace per il pellegrinaggio Macerata-Loreto
Al termine dell’udienza il vescovo di Roma ha benedetto la fiaccola della pace che, nella notte tra sabato e domenica prossimi, guiderà decine di migliaia di giovani nel tradizionale pellegrinaggio notturno a piedi sulle colline marchigiane da Macerata a Loreto. Presente in piazza San Pietro a capo della delegazione, il vescovo Giancarlo Vecerrica, emerito di Fabriano-Matelica, ideatore dell’iniziativa nel 1978. Questa 45ª edizione, con tema «Chi cerchi?», partirà come avveniva prima della pandemia dallo Stadio maceratese Helvia Recina, dove alle 20.30 verrà celebrata la messa. L’arrivo al santuario lauretano avverrà la mattina seguente. La fiaccola parte oggi da Roma grazie a una staffetta di podisti del Centro sportivo italiano, e di Paolo Guerra, a rappresentare Athletica Vaticana, la “squadra del Papa”. Stasera sarà a Terni, passando per Civita Castellana e domani raggiungerà Assisi; quindi venerdì farà tappa a Colfiorito e Camerino e sabato partirà da San Severino Marche, per passare da Osimo prima di raggiungere Macerata.
di Fabrizio Peloni