· Città del Vaticano ·

L’arcivescovo Caccia alle Nazioni Unite

L’educazione è essenziale
per prevenire le catastrofi

 L’educazione è  essenziale  per prevenire le catastrofi  QUO-131
07 giugno 2023

New York , 7. «Devono essere potenziati gli sforzi per promuovere una cultura della prevenzione delle catastrofi attraverso l’educazione e la formazione sul loro rischio. In particolare, si dovrebbe prestare particolare attenzione alle esigenze di coloro che vivono in situazioni di vulnerabilità, coinvolgendoli in programmi di sensibilizzazione e formazione», ha detto ieri l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, intervenendo all’High-level Meeting sulla revisione intermedia del Sendai Framework 2015-2030. Nell’accogliere con favore l’adozione della relativa dichiarazione politica, il presule ha sottolineato che «i programmi educativi possono svolgere un ruolo significativo nel promuovere una migliore comprensione e conoscenza del rischio di catastrofi che, a sua volta, riduce la perdita di vite umane».

La prevenzione, tuttavia, non basta. Infatti, «è necessario prestare maggiore attenzione al nostro modo di rispondere all’impatto dei disastri. Gli aiuti materiali sono fondamentali per rispondere alle esigenze di base degli individui e delle comunità colpite», ha spiegato. Ma, ha proseguito, a questi vanno poi aggiunti gli aiuti non materiali, perchè — come ha ricordato Papa Francesco nella visita pastorale a Carpi e Mirandola colpita dal terremoto nel 2017 — è indispensabile «prendere in considerazione anche il “danno interiore”, la sofferenza di chi ha perso i propri cari e ha visto spazzati via i sacrifici di un’intera vita». Pertanto, «nel rispondere alle perdite materiali e non materiali, le comunità locali hanno un ruolo essenziale da svolgere e, come tali, necessitano di un sostegno adeguato», ha sottolineato ancora Caccia. E «anche le tradizioni religiose e culturali» possono contribuire con «un ruolo significativo» rappresentando «una fonte di arricchimento per il lavoro di resilienza».

Nel concludere, il prelato ha ricordato il lavoro della scuole e delle istituzioni cattoliche. Le prime, forniscono «opportunità educative e di sensibilizzazione per costruire una cultura della prevenzione»; le seconde «svolgono spesso un ruolo cruciale — e talvolta insostituibile — nel rispondere alle calamità, assistendo le persone e le comunità colpite, anche attraverso la fornitura di servizi di base come cibo, acqua, ripari e medicinali, ma anche attraverso la fornitura di cure e sostegno spirituale».