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La buona Notizia
Il Vangelo della solennità del Corpo e Sangue di Cristo (Gv 6,51-58)

Vero cibo

 Vero cibo  QUO-130
06 giugno 2023

Nelle Cronache di Narnia c’è la fiala di Lucy e ne Il Signore degli Anelli abbiamo il lembas. La letteratura ci offre tanti segni che esprimono il nostro bisogno di una salvezza che vada oltre la dimensione puramente naturale/ordinaria. La fiala e il lembas sono entrambi donati agli uomini; la prima guarisce in punto di morte e il secondo nutre al di là delle possibilità umane.

Il pane degli elfi, il «lembas aveva una virtù senza la quale si sarebbero già da tempo lasciati morire. Non soddisfaceva la gola(...). Eppure quel pan di via degli Elfi aveva una potenza che aumentava quando i viaggiatori lo consumavano da solo senza mischiarlo ad altri alimenti. Nutriva la volontà e dava forza per sopportare e controllare membra e nervi in misura superiore a quella posseduta normalmente da una natura mortale» afferma il professor Tolkien ne Il Signore degli Anelli.

Annunziata Antonazzi nel libro La letteratura dimenticata. Chesterton, Lewis, Tolkien: tre scrittori per la speranza (Cooperativa S. Tom, Messina, 2007, 84) ci ricorda che il lembas «non è un nome inventato, ma tradotto da due lingue coniate da Tolkien. Esso significa “pane di viaggio” (lennmbass nella lingua Sindarin) e “pane di vita” (coimas nella lingua Quenya)».

Queste due espressioni sono molto familiari per i cristiani; sono al cuore della liturgia eucaristica.

Nel Vangelo di Giovanni troviamo l’origine e la spiegazione di tutti questi richiami letterari: il vero cibo e la vera bevanda. Senza di essi «non abbiamo in noi la vita». Il corpo e il sangue di Cristo ci sostengono nel viaggio e ci uniscono a Lui che è la Vita. Infatti, «chi mangia questo pane vivrà in eterno». Qui il brano non sta dicendo che accostarsi alla mensa di Cristo ci dota di superpoteri e di una vita senza fine su questa terra, ma che l’Eucaristia ci unisce a Dio e alla sua vita divina. Questa è la vera salvezza.

Essa è un dono che è offerto a tutti: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo». Come ogni dono non basta che venga offerto, ma trova compimento nell’essere accolto. 

di Briana Santiago