· Città del Vaticano ·

Presentata l’edizione italiana del libro «I miei anni con Giovanni Paolo II»

Navarro-Valls e lo stile
del «passo indietro»

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06 giugno 2023

Anche al momento della pubblicazione dei suoi appunti, delle sue memorie, Joaquín Navarro-Valls resta un passo indietro perché si possa ascoltare e vedere il Papa. C’è tutto lo stile del direttore della Sala stampa della Santa Sede nel libro I miei anni con Giovanni Paolo ii – Note personali, la cui edizione italiana (Mondadori, pagine 552, 22 euro) è stata presentata nel pomeriggio di lunedì 5 giugno, a Roma, nell’aula magna della Pontificia Università della Santa Croce.

Uno stile “raccontato” anche dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che di Navarro-Valls ha tracciato un profilo nel messaggio inviato, per l’occasione, al rettore dell’ateneo, padre Luis Navarro, il quale lo ha letto all’inizio dell’incontro.

Navarro-Valls — direttore della Sala stampa della Santa Sede tra il 1984 e il 2006 — è stato un «uomo di grande umanità e notevole spessore spirituale», ha scritto il cardinale, «professionista dotato di singolari qualità, competente e apprezzato comunicatore» che «si è distinto per la sua dedizione alla Sede Apostolica e, soprattutto, per un rapporto di profonda intesa» con Giovanni Paolo ii , accompagnandolo, «con abnegazione, nei momenti lieti e sofferenti del Ministero petrino».

«L’occasione è quanto mai opportuna per esprimere un devoto e grato ricordo di san Giovanni Paolo ii , che ebbe nel compianto Navarro-Valls uno dei più stretti e fedeli collaboratori» ha affermato il cardinale Parolin nel messaggio. «Sono certo che la lettura di questi appunti personali non solo ci permetterà di cogliere aspetti inediti di avvenimenti storici riguardanti la Chiesa e la vita dell’amato Pontefice polacco, ma anche entrare maggiormente nella sua spiritualità e nella sua santità». E infatti, ha aggiunto, «emergono come tratti lineari ed inconfondibili l’appello alla coscienza delle persone, il ricorso alla preghiera e il coraggio apostolico con cui» Giovanni Paolo ii «ha affrontato situazioni scomode e difficili».

Il segretario di Stato ha anche suggerito di saper «trarre» dal libro «insegnamenti per il complesso momento storico che stiamo vivendo», gustando «una pagina della vicenda terrena della Chiesa, anche nei suoi aspetti più quotidiani e personali».

Alla tavola rotonda — moderata dalla giornalista Valentina Alazraki — per la presentazione del libro hanno preso parte Diego Contreras, curatore del volume con i professori della Facoltà di comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce; Giovanni Grasso, consigliere per la stampa e la comunicazione della Presidenza della Repubblica italiana; padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Joseph Ratzinger-Benedetto xvi e successore di Navarro-Valls come direttore della Sala stampa della Santa Sede; Lina Petri, dipendente della Sala stampa dal 1986, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione vaticana Giovanni Paolo i ; e Francesco Rutelli, sindaco di Roma tra il 1993 e il 2001.

Pubblicato in Spagna da Editorial Planeta con il titolo Mis años con Juan Pablo ii — e presentato a Madrid lo scorso 23 maggio con l’intervento di Alessandro Gisotti, già direttore ad interim della Sala stampa della Santa Sede — il volume raccoglie gli appunti personali di Navarro-Valls che raccontano il suo servizio diretto al Papa. Sono pagine che, scritte «da cronista» sotto forma di diario e pubblicate per volere dell’autore solo dopo la sua scomparsa (avvenuta il 5 luglio 2017, all’età di 80 anni), «offrono un interessante spaccato dell’impegno della Santa Sede nel complesso intrecciarsi dell’attualità internazionale e — ha spiegato Contreras — svelano anche dettagli preziosi della vita quotidiana di Giovanni Paolo ii ».

Sollecitato a pubblicare appunti e memorie, ha rivelato Contreras, Navarro-Valls — «tornato negli ultimi anni della sua vita al primo amore della medicina» — ha anche rifiutato un contratto da un milione di dollari per poi consentire questa pubblicazione — la storia di un servizio al Papa — che non ha pretesa di comprendere tutto il pontificato di Giovanni Paolo ii .

Da questa constatazione ha preso le mosse l’intervento di Grasso, “portavoce” — termine non preciso ma comprensibile, ha fatto notare — del presidente Sergio Mattarella. Particolarmente attento alle questioni “italiane”, Grasso ha spazzato via tanti luoghi comuni sulle cosiddette «ingerenze» vaticane. Navarro-Valls non è stato «un giornalista cattolico, ma un cattolico giornalista», capace «di una meticolosità da cronista» e di «una memoria che appartiene ormai ad altre generazioni». Soprattutto, ha rilanciato, appare evidente che per capire per davvero uomini come Papa Wojtyła e il “suo” direttore della Sala stampa bisogna partire proprio dall’esperienza di fede.

Al “dietro le quinte” proposto dagli appunti di Navarro-Valls si è aggiunto il “dietro le quinte” condiviso da padre Lombardi. Un “visto da vicino” particolarmente solidale nella condivisione del servizio al Papa e nel passaggio di testimone alla guida della Sala stampa della Santa Sede. Con delicatezza, padre Lombardi ha indicato nella fragilità del morbo di Parkinson e nella questione di possibile dimissione all’acuirsi devastante della malattia due punti particolarmente significativi negli appunti pubblicati nel libro. Con una annotazione: almeno due volte — ha fatto presente padre Lombardi — Navarro-Valls confida di aver dato un bacio al Papa. Gesti che valgono più di mille parole e sono segno di una confidenza sostenuta anche dal «metodo delle cene di lavoro» e dalla familiarità nei periodi di vacanza estiva.

Lina Petri, che di Navarro-Valls è stata stretta collaboratrice, ha dato voce, con la vivacità degli aneddoti e la bellezza dei ricordi condivisi, all’esperienza della comunità di lavoro della Sala stampa della Santa Sede, significativamente presente nell’aula magna della Pontificia Università della Santa Croce. Come quella volta che nel 1989 Navarro-Valls donò un fax per il Palazzo di Castel Gandolfo che ne era sprovvisto.

Rutelli, sindaco a Roma al tempo del grande Giubileo del 2000, non ha nascosto di essere rimasto impressionato «dalla forza, dalla grandezza, dall’umanità e dalla fede di Giovanni Paolo ii » che Navarro-Valls ha cercato di comunicare il più possibile. Proprio la fede, ha confidato Rutelli, è il tratto distintivo del libro, quella fede che ha animato Navarro-Valls e che Karol Wojtyła trasmetteva «in modo irresistibile».

Non sono mancati, infine, i ricordi personali della moderatrice Valentina Alazraki, amica prima ancora che collega di Navarro-Valls. «Lo rivedo mentre, appena arrivato a Roma, suona la chitarra seduto per terra». E «quando, il 18 novembre 1984, durante un incontro pubblico con Gianni Agnelli all’Associazione della stampa estera in Italia, della quale era presidente, ricevette un biglietto con l’invito a pranzo da Giovanni Paolo ii per parlare di comunicazione». Quel pranzo, ricorda sorridendo ancora oggi l’amica Valentina, «dev’essere andato bene»... 

di Giampaolo Mattei