New York , 3. Di fronte al «deterioramento» della situazione nel Vicino Oriente, la Santa Sede è «profondamente preoccupata» e «deplora l’escalation di violenza nello Stato di Israele e nello Stato di Palestina», che colpisce «persone innocenti», esortando a un «ritorno alla via della pace». Sono le parole dell’arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, in occasione della riunione del Comitato ad hoc dell’Assemblea generale dedicata all’annuncio dei contributi volontari per l’agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa).
Nel quadro di instabilità attuale, col deterioramento delle condizioni socioeconomiche e umanitarie delle popolazioni locali, il presule ha sottolineato come sia «profondamente preoccupante» la situazione finanziaria dell’Unrwa, con bilancio e contributi volontari stagnanti, come più volte sottolineato dal Palazzo di Vetro. «Tale stagnazione — ha aggiunto il presule — impedisce all’agenzia di svolgere tutti i servizi vitali per il benessere, lo sviluppo umano e la protezione dei rifugiati palestinesi», col rischio di un taglio agli «aiuti essenziali» a chi ne ha davvero bisogno. Ciò, ha avvertito l’arcivescovo Caccia, contribuirebbe ad aumentare la prevalenza della povertà e «potrebbe anche generare sentimenti di disperazione e la tentazione di alcuni di ricorrere» a ulteriore violenza. Nel rilanciare la speranza di Papa Francesco affinché le «autorità dello Stato di Israele e quelle dello Stato di Palestina possano ritrovare il coraggio e la determinazione di dialogare direttamente per attuare la soluzione dei due Stati in tutti i suoi aspetti», la Santa Sede — ha assicurato monsignor Caccia — rinnova il proprio impegno finanziario a favore dell’Unrwa ed incoraggia tutti gli Stati a prendere in considerazione la possibilità di rinnovare il loro contributo al riguardo.