· Città del Vaticano ·

Dal 4 al 30 giugno la Scuola estiva di astronomia e astrofisica

La Specola Vaticana
apre ai giovani

 La Specola Vaticana apre ai giovani   QUO-127
02 giugno 2023

Ventiquattro studenti di venti Paesi parteciperanno — da domenica 4 a venerdì 30 giugno — alla Scuola estiva di astronomia e astrofisica promossa dalla Specola Vaticana, nella sede di Castel Gandolfo.

L’iniziativa segna il ritorno al regolare programma biennale di Scuole estive della Specola (è la diciottesima edizione), dopo la pausa causata dalla pandemia di Covid. Gli studenti parteciperanno alle lezioni, lavoreranno ai progetti legati alla loro ricerca e viaggeranno insieme per vivere una esperienza di comunità.

Il tema della Scuola estiva 2023 è «Imparando l’Universo: strumenti dalla scienza dei grandi dati per le indagini astronomiche». Viviana Acquaviva, professoressa della “City University” of New York e del “Flatiron Institute”, e Željko Ivezić, docente dell’Università di Washington e dell’Osservatorio “Vera C. Rubin”, sono i co-direttori del gruppo dei professori della Scuola, comprendente anche esperti mondiali nell’applicazione dei principi dell’apprendimento automatico agli studi astrofisici.

«Con l’aumento delle dimensioni dei telescopi e la maggiore sensibilità dei loro rilevatori, la quantità di dati astronomici che gli scienziati devono comprendere è cresciuta in modo impressionante» spiega don Alessandro Omizzolo, decano della Scuola, astronomo della Specola Vaticana e dell’Istituto nazionale di astrofisica/Osservatorio di Padova. Le grandi indagini astronomiche hanno già misurato miliardi di sorgenti celesti e le indagini future, come la “Legacy Survey of Space and Time” del nuovo Osservatorio Rubin, produrranno molti più dati.

La Scuola estiva della Specola Vaticana esplorerà proprio la scienza alla base di queste indagini, presenterà i concetti di “big data” e “machine learning” e fornirà un’esperienza pratica di analisi dei dati che consentirà agli studenti di utilizzare questo “insieme di dati” per applicarli ai propri progetti astronomici.

Gli studenti — tutti a livello universitario e post-universitario — sono stati scelti tra circa duecento candidati con un eccellente potenziale per intraprendere una carriera attiva nel campo dell’astronomia. E in modo che una Nazione avesse, al massimo, due rappresentanti.

Faranno parte del corpo docente Dalya Baron (Università di Tel Aviv e Osservatorio Carnegie), Marc Huertas-Company (Instituto de Astrofísica de Canarias /Observatoire de Paris) e Francisco Antonio Villaescusa Navarro (Flatiron Institute/Princeton University). A loro si aggiungeranno altri esperti nella veste di docenti ospiti.

«Sono entusiasta di questa opportunità di incontrare un gruppo così eccezionale di giovani colleghi motivati provenienti da tutto il mondo. Noi docenti siamo desiderosi di lavorare e interagire con loro» dice Željko Ivezić, rimarcando la necessità per i giovani astronomi di apprendere le sfide dei moderni “big data” in astronomia.

«L’aspetto di costruzione di una comunità di questa Scuola» è, secondo Viviana Acquaviva, un’esperienza fondamentale. «L’importanza di trovare le proprie conoscenze e la propria comunità è un aspetto della vita accademica che non può essere sopravvalutato». Tanto che i partecipanti continueranno a interagire come comunità di sostegno anche dopo la fine della Scuola.

Dal 1986 (la stessa Vera Rubin, morta nel 2016, era parte del corpo docente) a oggi sono più di 400 gli studenti — la maggior parte proveniente da Paesi in via di sviluppo — che hanno partecipato alla Scuola estiva della Specola Vaticana: oltre l’85% di loro lavora oggi nel campo dell’astronomia, alcuni ad altissimo livello. In particolare, alla Scuola estiva 2023 partecipano giovani provenienti da Argentina, Bangladesh, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Croazia, Danimarca, India, Italia, Kazakhstan, Libano, Messico, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sud Africa e Uruguay.