· Città del Vaticano ·

L’udienza del Papa un gruppo di bambini in occasione della Giornata mondiale del continente

La nuova Africa

 La nuova Africa  QUO-126
01 giugno 2023

«Io mi sono sentita molto bene e molto emozionata di vedere il Papa. È stato molto carino sentirlo dire che noi bimbi africani siamo intelligenti e che dobbiamo difendere le nostre idee, i nostri obiettivi e soprattutto che si deve seguire i propri sogni, studiare sempre, impegnarsi e non si deve lasciare quello che si deve fare». È la testimonianza di Kayla Elvira Mbene, 9 anni, originaria del Camerun, una dei 54 bambini (uno per ogni Stato del continente) che lunedì 29 maggio, nell’Auletta dell’Aula Paolo vi, hanno partecipato all’udienza con il Papa in occasione della Giornata mondiale per l’Africa.

I piccoli si sono sentiti privilegiati ed onorati di rappresentare un intero continente ed erano tutti molto emozionati, come sottolinea ancora Kayla Elvira raccontando il suo incontro con Francesco: «Mi spiace che non stia bene con le gambe, ma era felice pure lui di vederci perché ha detto di essere contento e che siamo il segno della diversità culturale dell’Africa. L’incontro con il Papa mi ha insegnato che devo lottare per realizzare i miei sogni ed essere brava, buona, giusta, degna, e lottare per la pace». I bambini erano accompagnati dai loro genitori e dagli ambasciatori dei Paesi africani accreditati presso la Santa Sede.

I popoli del continente celebrano la Giornata mondiale dell’Africa il 25 maggio, perché in questa data sono stati firmati gli accordi dell’Organizzazione dell’unità africana (Oua) nel 1963, che simboleggiano la lotta dell’intero continente per la liberazione, lo sviluppo e il progresso economico e sociale, nonché la promozione e lo sfruttamento della ricchezza culturale dell’Africa.

La data del 25 maggio ha un duplice potere evocativo. A livello commemorativo, ricorda la freschezza dei primi momenti dell’Oua. A livello geopolitico e istituzionale, solleva costantemente domande sulla nostra capacità individuale e collettiva di costruire l’Africa sognata dai padri fondatori.

Nel corso della sua evoluzione, l’Oua è diventata l’Unione africana, segnando un cambio di paradigma in termini di adeguamento strategico e di efficienza operativa, con l’unico obiettivo di dare sostanza e coerenza all’“Africa che vogliamo”. Più che in passato, le sfide sono sempre più numerose e talvolta più complesse, rendendo più arduo il compito di affrontarle con successo.

Ad esempio, negli ultimi dieci anni circa, l’Africa ha dovuto affrontare le sfide del terrorismo, dell’estremismo violento e della criminalità transnazionale (traffico di esseri umani, droga e armi). Il terrorismo, in particolare, continua a guadagnare terreno. Oggi molti Stati dedicano gran parte delle loro risorse ed energie a combattere o a proteggersi da questo fenomeno, privando così settori vitali come la sanità e l’istruzione delle risorse necessarie.

A tutte queste limitazioni si aggiungono la crisi economica, gravata dal debito, la crisi climatica e la crisi energetica, che a loro volta si ripercuotono sui prezzi dei prodotti alimentari attraverso l’esorbitante costo dei trasporti, mentre la crisi sanitaria conseguente all’epidemia di Covid-19 sta indebolendo le capacità produttive dei vari agenti economici.

Più recentemente, l’Africa è diventata una vittima collaterale del conflitto tra Russia e Ucraina. Sconvolgendo profondamente il fragile equilibrio geopolitico e geostrategico mondiale, ha anche gettato una dura luce sulla fragilità strutturale delle nostre economie.

Quest’anno, l’Unione africana ha posto la celebrazione sotto il tema «Costruire la resilienza alla sicurezza nutrizionale nel continente africano: rafforzare i sistemi agroalimentari, sanitari e di protezione sociale per accelerare lo sviluppo socio-economico e del capitale umano».

Questa giornata è ormai diventata una tradizione profondamente radicata in tutti i Paesi africani. È un’occasione per le missioni diplomatiche dei Paesi del continente accreditate presso la Santa Sede di organizzare eventi volti ad avvicinare i popoli africani e a sensibilizzare sul ruolo dell’Africa nel mondo. Inoltre, stanno conducendo uno studio per identificare e fare il punto, senza compiacersi, sui mali che affliggono il nostro continente e chiedono una mobilitazione per sensibilizzare gli africani della diaspora, le parti sociali e gli altri amici dell’Africa sulla necessità di mettere insieme tutte le nostre energie e risorse in modo ragionato per una nuova Africa.

di Séraphine Zogo
Ambasciata della Repubblica del Camerun presso la Santa Sede