
Da qualche mese sono ripresi a Palazzo Migliori gli appuntamenti de “La poesia della domenica”. In una delle sale da pranzo al secondo piano della casa nobiliare nei pressi di Piazza San Pietro, che Papa Francesco ha voluto destinare a casa d’accoglienza per i poveri, alcuni ospiti, insieme a qualche volontario, si ritrovano per recitare versi — anche i propri —, per commentarli e per rileggerli alla luce della propria storia e della personale sensibilità.
Qualche domenica fa, proprio quando era appena iniziato il lavoro per questo numero dell’«Osservatore di Strada» dedicato a chi vive ai margini della società, sono stati scelti, come «poesia della domenica», alcuni versi del poeta romano, e amico di questo giornale, Daniele Mencarelli. La poesia «Padiglione Sant’Onofrio», che fa parte della raccolta «Bambino Gesù, Ospedale Pediatrico», racconta di un ragazzino col volto devastato dalla malattia e di un’anziana suora che, guardandolo, dice: «Ma quanto sei bello, che bel bambino sei». La poesia si conclude con questi versi:
«Per giorni m’accompagnò il dubbio
non riuscivo a crederla bugiarda,
poi una carezza si fece strada,
quegli occhi opachi di vecchia devota
guardavano un punto oltre l’orrore,
lì c’era solo un bambino che giocava».
Come chi è vittima di certe malattie, anche chi vive ai margini delle nostre città fa paura. E non serve che sia sporco, puzzi di vino o si metta a gridare per la strada. È la povertà a spaventare. Meglio voltarsi dall’altra parte, lasciando scivolare qualche spicciolo. Ma meglio ancora nasconderla, in nome del decoro e della sicurezza.
Lo sguardo della suora della poesia di Mencarelli dimostra invece che se si guarda “oltre” — oltre la paura, la diffidenza e il pregiudizio — c’è tanta bellezza da scoprire e da valorizzare. È quello che, nel suo piccolo, cerca di fare questo giornale. Qui, dove le ferite possono permettersi di emergere, ogni persona ha un volto. (piero di domenicantonio)