· Città del Vaticano ·

Il cardinale Parolin inaugura l’anno giubilare a Montevergine

La vicinanza del Papa
ai disoccupati
e a quanti soffrono

 La vicinanza del Papa   QUO-124
30 maggio 2023

Papa Francesco è vicino «con l’affetto e con la preghiera» alle popolazioni dell’Irpinia e di tutta la Campania che «vivono momenti di apprensione per la precarietà della condizione presente soprattutto in campo occupazionale»: una vicinanza che vuole essere segno della «presenza consolatrice di Cristo e dell’attenzione della Chiesa», la quale è sempre accanto a chi «è nell’angustia, per incoraggiare nel presente e sostenere la speranza in un futuro più sereno». Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, che domenica mattina, 28 maggio, solennità di Pentecoste, ha presieduto come legato pontificio la celebrazione di apertura dell’anno giubilare Verginiano (2023-2024), indetto nel ix centenario della fondazione dell’abbazia di Santa Maria in Montevergine, nell’Avellinese.

Ad ascoltarlo nel chiostro grande del maestoso tempio l’abate Riccardo Luca Guariglia con i monaci benedettini e molte autorità politiche e civili. «Il pensiero del passato, delle sue ricchezze spirituali e culturali e delle sue alterne vicende — ha detto il porporato — non ci deve far certo dimenticare i problemi del presente». Il riferimento, in particolare, è stato «alle varie fasce della popolazione di quest’area e della Regione» che pagano il prezzo più alto della grave crisi occupazionale. Il cardinale si è detto fiducioso che i responsabili «sappiano trovare le soluzioni adatte per ovviare ad una situazione che tanto ci preoccupa tutti».

Per l’occasione, il segretario di Stato ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Mercogliano e gli è stata consegnata dal sindaco una “chiave” simbolica. A questo proposito, Parolin ha confidato che la devozione verso la Madonna di Montevergine, «è andata crescendo in me in questi anni» e «oggi viene rafforzata da questo nobile attestato: appartenendo anche ufficialmente al popolo di Mercogliano, mi sento ancora più legato da vincoli di affetto al santuario e alla sua abbazia».

Il porporato ha poi rivolto un saluto ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che hanno voluto essere presenti per un gesto di filiale affetto verso la Madre di Dio. «Essi rappresentano — ha detto — quei Paesi del mondo che hanno accolto, soprattutto all’inizio del secolo scorso, numerose famiglie di campani e di altri emigranti dal Meridione d’Italia». Perfettamente integrati nelle rispettive nazioni, «insieme al loro genio e alla loro generosa laboriosità, quasi a loro presidio e a tutela del benessere personale e comunitario, hanno voluto fortemente portarvi e radicarvi la devozione alla Madonna Bruna», manifestando il loro «filiale amore e il loro sincero attaccamento con la costruzione di chiese, cappelle ed edicole».

Il segretario di Stato è giunto a Montevergine con la funicolare, accompagnato dai due membri della missione pontificia: gli abati Mauro Meacci di Subiaco e Diego Gualtiero Rosa di Monte Oliveto Maggiore. Parolin ha concluso il suo saluto dando inizio alle celebrazioni per il giubileo e invocando la Madonna di Montevergine, la «nostra Mamma Schiavona, “Colei che tutto concede e tutto perdona”».

Successivamente, il cardinale ha celebrato la messa della solennità di Pentecoste nella basilica, ricordando che «intorno a noi vi è una società che ha bisogno più che mai della luce del Vangelo». C’è un mondo che «cerca la pace. Ci sono tante sofferenze che chiedono aiuto. C’è tanta attesa di giustizia e di carità».