Alta tensione

30 maggio 2023
Torna a infiammarsi il nord del Kosovo, a maggioranza serba, dopo i lenti progressi dei mesi scorsi nel farraginoso dialogo tra Pristina e Belgrado mediato dall’Unione europea.
Gli scontri di ieri, che si distinguono per intensità e i numerosi feriti tra i militari della missione Nato Kfor, sono legati alle proteste della popolazione serba contro l’insediamento dei sindaci di etnia albanese. Uno sviluppo inedito, emerso dalle elezioni locali dello scorso 23 aprile, a causa del boicottaggio del voto da parte dei serbo-kosovari e della Lista Srpska (Lista serba), partito legato a Belgrado e tradizionalmente alla guida dei quattro comuni del nord del Kosovo (Mitrovica Nord, Zvečan, Zubin Potok e Leposavić).
Il voto — indetto da Pristina dopo le dimissioni lo scorso novembre dei sindaci serbo-kosovari, in segno di protesta contro ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati