
«Oggi nel mondo c’è tanta discordia»: prende le mosse dalle troppe guerre e dai troppi conflitti che “dividono” l’umanità la riflessione di Papa Francesco nella Domenica di Pentecoste, per sottolineare l’importanza dello Spirito Santo come portatore di armonia, unità e pace. Presiedendo ieri mattina, 28 maggio, nella basilica Vaticana, la messa della solennità, il Pontefice all’omelia ha individuato i «tre momenti» in cui è possibile vedere il Paraclito in azione: «nel mondo che ha creato, nella Chiesa e nei nostri cuori». Da qui l’invito a interrogarsi: «io sono docile all’armonia dello Spirito? Oppure perseguo i miei progetti, senza lasciarmi plasmare» e «cambiare? Il mio modo di vivere la fede è docile allo Spirito? E a mia volta perdono? Promuovo riconciliazione e creo comunione?». Perché «se il mondo è diviso, se la Chiesa si polarizza, se il cuore si frammenta, non perdiamo tempo a criticare e ad arrabbiarci, ma invochiamo lo Spirito: Lui è capace di risolvere queste cose».
Successivamente il Papa ha guidato il Regina Caeli dalla finestra dello Studio privato del palazzo apostolico, al termine del quale ha lanciato un appello alla solidarietà con «le popolazioni che vivono al confine tra Myanmar e Bangladesh, duramente colpite da un ciclone», in particolare con i «Rohingya che già vivono in condizioni precarie».
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