· Città del Vaticano ·

Le parole di ringraziamento del presidente

Da Montini
una visione armonica di fede,
dignità umana, libertà e pace

 Da Montini una visione armonica  di fede,  dignità umana, libertà e pace   QUO-123
29 maggio 2023

Di seguito le parole di ringraziamento pronunciate dal presidente della Repubblica italiana.

Desidero, innanzitutto, ringraziare Vostra Santità per averci accolto.

Ringrazio don Maffeis per le sue parole; e l’Istituto Paolo vi per il conferimento del Premio; e per la motivazione, così generosa, che lo accompagna.

Credo di poter confidare che, quando mi è stata comunicata la decisione di conferirmi il Premio Paolo vi, il mio primo pensiero è stato di sorpresa.

Naturalmente, vi si è subito affiancato un sentimento di profonda gratitudine per questo riconoscimento di così grande prestigio.

Ancor di più, ho avvertito un sentimento di riconoscenza, al massimo grado, nell’apprendere la disponibilità del Santo Padre a consegnarmelo personalmente.

Vorrei chiedere all’Istituto Paolo vi di destinare la somma, collegata al Premio, alla Comunità intitolata a Giovanni xxiii, e nata in Romagna: alcune, delle sue case di accoglienza sono state gravemente colpite dalla recente alluvione.

Penso che con il Premio più che la mia personale azione, si intenda indicare un modo di interpretare l’impegno nella società e nelle istituzioni — che molti hanno sviluppato — ispirandosi alla visione di Paolo vi e agli insegnamenti che ha, tante volte, espressi.

E io spero di meritare la valutazione di averla ben interpretata.

Credo, peraltro, che questa sia un’occasione per porre in evidenza, più che il destinatario del Premio, la grande figura di Paolo vi; e il suo straordinario contributo alla Chiesa, e dalla Chiesa all’Italia e al mondo.

L’Octogesima adveniens, la Populorum progressio, il discorso alle Nazioni Unite sono stati fondamentali fonti di orientamento, per la crescita di consapevolezza, per me come per un grandissimo numero di persone.

Con i suoi insegnamenti san Paolo vi ha collocato e trasmesso — in una visione chiara, armonica, compiuta — fede, dignità umana, libertà e pace.

Paolo vi è stato il Papa del mio passaggio dalla giovinezza all’età matura. È anche stato il mio vescovo; perché, negli anni del Concilio — tra Giovanni xxiii e Paolo vi — ero impegnato nella Gioventù di Azione Cattolica della diocesi di Roma.

Per queste, e per tante altre ragioni — che potrebbero essere, ampiamente, ricordate — avverto, in alta misura, l’onore della assegnazione del Premio a lui intitolato; e non posso nascondere la mia commozione per averlo ricevuto dalle mani del Santo Padre.