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Un anno fa, a Uvalde, 19 bambini e 2 maestre morivano in una sparatoria alla Robb Elementary School. Quella strage sia un monito contro le “armi facili”

L’insegnamento del dolore

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24 maggio 2023

A volte, una foto non basta. Perché per guarire da certi dolori serve qualcosa di più forte, qualcosa che richiede tempo, dedizione e soprattutto colore, per contrastare l’oscurità della morte. Come un murale, ad esempio. Ed è proprio attraverso questa particolare forma d’arte che la cittadina di Uvalde, in Texas, si appresta a commemorare le 21 vittime — 19 alunni, tutti bimbi di dieci anni di età, e 2 insegnanti — della sparatoria avvenuta un anno fa, il 24 maggio 2022, nella Robb Elementary School. A compierla, con due fucili e una pistola semiautomatica, un giovane di 18 anni, Salvador Rolando Ramos, ucciso poi dalla polizia mentre cercava di fuggire. Un’indagine è ancora in corso per capire se gli agenti siano intervenuti troppo tardi, aggravando il bilancio della sparatoria.

I murales sono stati realizzati da diversi artisti texani e ritraggono le vittime in un momento di felicità: c’è Lexie, circondata da fiori e farfalle; Elihanna con il pallone da basket; Rojélio insieme ai Pokemon; Jacklyn che porta al collo un ciondolo a forma di angelo e c’è la loro insegnante, Eva Mireles, disegnata a braccia spalancate, pronta ad abbracciare i suoi piccoli studenti. Ma al di là del dovere di ricordare chi non c’è più, la vera sfida è un’altra: fare in modo che simili stragi non si ripetano nuovamente, a causa delle cosiddette “armi facili”. Una lezione che gli Stati Uniti sembrano far fatica a imparare: secondo gli ultimi dati diffusi dai Centers for Disease Control and Prevention, dal 2012 a oggi nel Paese i decessi per arma da fuoco sono aumentati del 62 per cento, soprattutto tra i minori di 19 anni, mentre si registra un vero e proprio record per i bambini: ogni 100.000, ne muoiono almeno 5 per lo stesso motivo. Una cifra agghiacciante che supera anche quella dei decessi automobilistici, pari a 4,8 ogni 100.000, e che fa venire i brividi se paragonata la media di altri Paesi, ovvero lo 0,3 per 100.000 bambini.

Senza dimenticare che, secondo le ultime stime, i civili statunitensi possiedono 393 milioni di armi da fuoco, e che più del 30 per cento delle famiglie del Paese ha almeno una pistola. Il che significa che gli Usa, con 120,5 pistole ogni 100 persone, hanno il più alto numero stimato di armi pro capite al mondo.

Dal punto di vista legislativo, qualche passo avanti è stato fatto: a luglio 2022, il capo della Casa Bianca, Joe Biden, ha firmato e convertito in legge una proposta bipartisan sul controllo delle armi. Per il presidente americano si è trattato della «legge più significativa approvata negli ultimi trent’anni», poiché prevede verifiche più serrate per chi è minore di 21 anni e acquista armi; stanziamento di fondi per la sicurezza nelle scuole e la sanità mentale e l’adozione di leggi specifiche per il ritiro di armi a soggetti pericolosi.

Tutto questo, naturalmente, non riporterà in vita Lexie, Elihanna, Rojélio, Jacklyn, Eva e tutti gli altri compagni di studi uccisi un anno fa. Resta però viva la speranza che le loro esistenze non siano state spezzate invano. (isabella piro)