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Il monastero di Przemyśl in Polonia luogo d’accoglienza per i profughi dall’Ucraina

Fiducia nell’essere umano

 Fiducia nell’essere umano  QUO-113
16 maggio 2023

Nei primi giorni di guerra hanno trovato aiuto e ospitalità oltre 2.000 persone dall’Ucraina nel monastero delle Ancelle dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria di Stary Wieś. Le religiose abitano a Przemyśl, città della Polonia a 12 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina. Dalle prime ore dallo scoppio della guerra si sono impegnate nell’aiuto ai rifugiati dall’Ucraina.

Così riferisce suor Ewa Mehal: «Nel primo giorno di guerra abbiamo cominciato a donare panini, bigos e bevande calde alla frontiera, alla stazione ferroviaria e al centro per i rifugiati. Molte persone portavano cibo per i rifugiati, ma ci siamo rese conto che queste persone dormivano in stazione. Ci siamo preoccupate soprattutto di assicurare un pernottamento alle mamme con bambini piccoli, alle persone anziane e disabili. Andavamo alla stazione ferroviaria, dove erano accampati i rifugiati in attesa dei treni e proponevamo loro il pernottamento da noi. Con la nostra macchina, li portavamo nella nostra casa».

Tutto questo, però, non è stato facile, perché i rifugiati venivano invitati da persone per loro sconosciute. «Bisognava conquistare la loro fiducia. Bisognava rompere le barriere, generare la fiducia di queste persone, perché non tutte volevano andare a dormire in un posto sconosciuto. Erano preoccupate di sapere cosa sarebbe successo dopo, lontano dalla stazione, perché volevano stare vicino al confine», ricorda suor Ewa.

Suor Ewa Mehal ha descritto il primo soccorso ai rifugiati impauriti e affamati provenienti dall’Ucraina: «La prima cosa era un pasto caldo, si cominciava da qui. Poi un bagno per lavarsi e il pernottamento. Abbiamo contemporaneamente realizzato un magazzino per avere sottomano le cose più necessarie, perché c’erano molti benefattori dalla Polonia e dall’estero. Chiedevamo loro cosa fosse stato loro più necessario per proseguire il viaggio. Arrivavano persone molto stanche che ci dicevano che non si lavavano da giorni. A volte arrivavano direttamente dai rifugi»

«Le mamme con bambini piccoli si trovavano nella situazione più difficile. Il bambino più piccolo aveva tre settimane. Per queste mamme bisognava creare delle condizioni particolari e i neonati avevano bisogno di una cura speciale. Abbiamo realizzato un parco giochi nel cortile. A volte le famiglie arrivavano da noi la sera tardi e i bambini non volevano neppure entrare in casa, ma cominciavano subito a giocare in cortile», riferisce suor Mehal.

La suora ricorda anche le uscite durante le notti: «A volte, quando qualcuno aveva bisogno, andavamo alla stazione a mezzanotte. In questi casi si trattava spesso di bambini piccoli. I volontari chiamavano dalla stazione dicendo che c’era una famiglia, o una mamma con diversi bambini, che non aveva un posto per dormire. Li portavamo a casa. Poi li riportavamo al treno con il quale volevano continuare il loro viaggio».

«Per il grande numero dei rifugiati che arrivavano di continuo nella Casa di Przemyśl (circa 40 persone al giorno), siamo state sostenute dalle nostre sorelle delle altre case della Congregazione. Fra coloro che sono arrivate a Przemyśl a prestare soccorso ai rifugiati, anche tre suore che lavorano in Ucraina e che la guerra ha sorpreso in Polonia: suor Krystyna, suor Łucja e suor Irina. La loro conoscenza della lingua ucraina ha aiutato nella comunicazione con i rifugiati», ha detto suor Mehal.

L’organizzazione di un aiuto così veloce ed efficace è stata possibile grazie all’impegno di molte persone. Suor Ewa Mehal ha sottolineato: «Tutte le suore — sia in Polonia che all’estero, anche in Ucraina – sono state coinvolte nell’aiuto ai rifugiati, attraverso la preghiera e il servizio, donando offerte in denaro e in beni materiali, organizzando raccolte e partecipando ad iniziative. Hanno preparato anche trasporti di generi alimentari, indumenti, farmaci, materiali per medicazioni, prodotti per l’igiene».

Le persone che hanno sperimentato questo aiuto sono molto grate. Ecco una delle email arrivate alle suore in Ucraina che hanno offerto un primo soccorso nelle loro case: «Vogliamo ringraziare di cuore le Suore per l’auto offertoci nel nostro viaggio verso la nuova casa in Inghilterra. La possibilità di abitare da voi ha moltiplicato in noi la fiducia nell’essere umano; nonostante i difficili momenti vissuti al presente, abbiamo potuto scorgere una mano tesa. Tutta la famiglia vi è molto grata per l’aiuto offerto. È stata per noi anche l’esperienza dell’amore di Dio e della Sua presenza nella nostra vita. Lui non ci lascia soli, ma soprattutto nei momenti difficili, ci ha inviato i suoi angeli che si sono presi cura di noi. Taras». Di questi ringraziamenti ce ne sono molti.

Oltre 1.000 case di religiose femminili in Polonia sono impegnate in diverso modo dall’inizio del conflitto in aiuto ai rifugiati dall’Ucraina. Oltre alle attività in Polonia, in Ucraina attualmente svolgono il loro ministero 154 suore polacche, cioè in totale il 40% delle suore in Ucraina. Secondo i dati più recenti raccolti dalla Consulta delle Congregazioni religiose femminili, attualmente gli Ucraini sono presenti in 213 case e centri religiosi. Le persone che desiderano sostenere le suore nell’aiuto agli Ucraini possono contattare la Consulta delle Congregazioni religiose femminili.

di Paweł Rytel-Andrianik


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