· Città del Vaticano ·

A colloquio con Nicola Lagioia, direttore del Salone del libro di Torino

Passeggeri
a bordo del tempo

 Passeggeri  a bordo del tempo   QUO-112
15 maggio 2023

«Eroi», una parola usurata, offuscata dalla retorica, ma ancora necessaria. A dispetto della celebre frase di Brecht, ne abbiamo bisogno, oggi più che mai. Usa la parola eroi («eroi civili») Nicola Lagioia parlando di Giovanni Minzoni, Pino Puglisi e Lorenzo Milani, a pochi giorni dall’apertura del Salone del libro di Torino. Abbiamo bisogno di figure di riferimento luminose e di narrazioni dal respiro ampio, “alto”. Non a caso, la xxxv edizione del Salone — l’ultimo diretto da Lagioia, al timone dal 2017 — verrà inaugurata da Svetlana Aleksievič, Nobel per la Letteratura per gli affreschi corali fatti di testimonianze, frammenti di interviste, storie grandi o piccolissime con cui ha raccontato l’Unione Sovietica del ventesimo secolo. Abbiamo chiesto a Lagioia, a Roma per presentare Il passeggero di Cormac McCarthy (Einaudi, 2023), di raccontarci qualcosa della polifonia di voci che popolerà il Lingotto dal 18 al 22 maggio.

Un grande «brodo di cultura» (copyright Bernard Pivot) non sempre facile da cucinare, e sempre più abbondante.

Il Salone è cresciuto come numeri, e anche come metri quadri occupati dagli editori; ad esempio, l’Oval, uno dei padiglioni, fino a qualche anno fa non c’era. Scherzando, gli anni scorsi dicevo che il Salone avrebbe dovuto smettere di espandersi, perché il Lingotto quello è; a meno di spostarne le pareti sarebbe stato impossibile. Invece mi sbagliavo, sono stato smentito quest’anno. Se non in orizzontale, è successo in verticale, perché sul tetto del Lingotto c’era — c’è ancora, anche se non è più utilizzata per quello — la pista della Fiat dove un tempo venivano provate le macchine, oggi convertita dalla Pinacoteca Agnelli in una sorta di giardino pensile. Un luogo che ospiterà letture, incontri, lezioni.

Quest’anno si è aggiunto un altro ingrediente, il progetto «Chi dite che io sia?».

All’incontro del 20 maggio, moderato da Annachiara Sacchi, parteciperanno Sandro Veronesi, Antonio Spadaro e il cardinale José Tolentino de Mendonça. Sono felicissimo di questa collaborazione anche perché ho avuto il privilegio e il grande piacere di parlare con il cardinale, che è un grande esperto di letteratura. Parteciperà anche a un incontro con Massimo Recalcati, sempre il 20 maggio. Chiacchierando tra di noi, mi ha chiesto di Barry Gifford (doveva venire, poi non potrà esserci purtroppo) con cui gli sarebbe piaciuto confrontarsi. Quando una persona ti dice una cosa del genere vuol dire che è un grandissimo lettore. Nella mia esperienza di frequentazioni istituzionali per il Salone, non è una cosa così comune; a maggior ragione sono felice di questa collaborazione.

Ci saranno anche incontri dedicati a Teresa di Lisieux, a don Puglisi, a don Lorenzo Milani.

Quello di don Milani credo davvero sia un messaggio importante per i credenti come per i non credenti; è stato messo in ombra qual è il compito della scuola, negli ultimi anni. Don Milani diceva che non c’è niente di più sbagliato di fare parti uguali fra disuguali, non è vero che tutti partiamo dallo stesso punto di partenza. Si tratta di eroi civili, oltre che di persone importanti per la loro vocazione pastorale e religiosa; sono un patrimonio dell’Italia.

I libri è bello leggerli ma anche raccontarli; soprattutto quando l’autore è uno scrittore affascinato dal «per sempre» come Cormac McCarthy.

Già il titolo ha più di un significato. Pensiamo a che cosa vuol dire in italiano «il passeggero»: può essere sia un aggettivo che un sostantivo. È colui che va da una parte all’altra con un mezzo di trasporto, ma se lo consideriamo come aggettivo, noi siamo i passeggeri, i transitori, e questa è la fragilità della condizione umana su cui Mc Carthy si concentra ancora una volta con un romanzo che sembra riprendere la lezione di Faulkner e di Virginia Woolf. Romanzi densi e complessi che, se ci entriamo dentro, se abbiamo la pazienza di leggerli, toccano le corde più profonde di tutti noi. Attraverso la storia tragica di due fratelli, entrambi matematici affonda le mani nei nostri sentimenti più profondi, anche nelle nostre zone oscure. I libri di McCarthy tutti dicono che sono cupi, a volte anche molto duri, ma ricordiamoci che la tragedia (a partire dalla tragedia greca) poi porta alla catarsi. Con Giordano Meacci, in giro per le librerie italiane, proviamo a raccontare questo bellissimo e stupefacente romanzo. Dobbiamo tornare ad affrontare questi temi enormi: che senso ha l’avventura umana? In che modo abbiamo speranza di costruire dei legami con gli altri e costruiamo noi stessi attraverso la relazione con gli altri? Domande fondamentali che generazione dopo generazione dobbiamo affrontare. Alcuni libri, come quelli di Mc Carthy, ci aiutano a farlo.

di Silvia Guidi


Uelci e Lev al salone del libro

Incontri, lezioni e dibattiti


Alla XXXV edizione del Salone del libro di Torino sarà presente «Chi dite che io sia?» un progetto nato per far dialogare il Dicastero per la Cultura e l’Educazione con il mondo  della letteratura. Nel 2023 ricorrono gli anniversari della nascita di Teresa di Lisieux e don Lorenzo Milani, della morte di don Tonino Bello e dell’uccisione di don Giovanni Minzoni e don Pino Puglisi; per questo, l’Unione editori librai cattolici italiani ha organizzato insieme all’arcidiocesi di Torino alcuni eventi al Salone dedicati alla testimonianza di queste figure che hanno incarnato il cammino proposto dal Vangelo. La Libreria Editrice Vaticana sarà al Salone con uno stand nel padiglione Oval; sarà presentato il nuovo libro di Papa Francesco Giù le mani dall’Africa!, il testo che raccoglie tutti i discorsi del pontefice nel recente viaggio apostolico in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Un dialogo tra Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e Gaël Giraud, economista, teologo e matematico, presenterà  Il gusto di cambiare e La rivoluzione dolce della transizione ecologica. Anche la figura e il pensiero di Benedetto xvi saranno oggetto di un incontro al Salone: ne parlerà padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Joseph Ratzinger, già direttore della Sala Stampa della Santa Sede.