
09 maggio 2023
Nel saggio Che cos’è l’arte? (1897) Lev Tolstoj, con furia iconoclasta, fa strage di punti fermi del mondo culturale. La tradizione ce lo consegna come un uomo taciturno, riflessivo, e completamente assorbito dai fogli che da lì a poco avrebbe vergato. Ma quando da quei fogli poi si desta, lo scenario cambia, radicalmente, tanto è scosso da una sorta di movimento sismico. «Centinaia di migliaia di persone — scrive nel saggio — hanno dedicato fin dall’infanzia la loro vita a imparare a far rapide piroette (i danzatori), o a far correre le dita su tasti e corde (i musicisti), a rappresentare mediante i colori quello che vedono (i pittori). Quante persone si abbrutiscono così nelle loro occupazioni specializzate e diventano intenditori unilaterali, insensibili a tutti i seri fenomeni della vita!». ...
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