· Città del Vaticano ·

Diario di viaggio
La visita ripercorsa da Papa Francesco all’udienza generale

Le radici e i ponti

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04 maggio 2023

Un popolo
coraggioso

 

Tre giorni fa sono rientrato dal viaggio in Ungheria. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno preparato e accompagnato questa visita con la preghiera, e rinnovare la mia riconoscenza alle Autorità, alla Chiesa locale e al popolo ungherese, un popolo coraggioso e ricco di memoria.

Durante la permanenza a Budapest ho potuto avvertire l’affetto di tutti gli ungheresi.

Oggi vorrei parlarvi attraverso due immagini: le radici e i ponti.

Le radici. Mi sono recato pellegrino presso un popolo la cui storia — come disse Giovanni Paolo ii — è stata segnata da «molti santi ed eroi, attorniati da schiere di gente umile e laboriosa» (Budapest, 6 settembre 1996).

È proprio vero: ho visto tanta gente semplice e laboriosa custodire con fierezza il legame con le proprie radici.

E tra queste radici, come hanno evidenziato le testimonianze durante gli incontri con la Chiesa locale e con i giovani, ci sono anzitutto i santi.

Santi
che hanno
dato la vita

 

Santi che hanno testimoniato il Vangelo dell’amore e che sono stati luci nei momenti di buio; tanti santi del passato che oggi esortano a superare il rischio del disfattismo e la paura del domani, ricordando che Cristo è il futuro.

Le solide radici cristiane del popolo ungherese sono state però messe alla prova. La loro fede è stata provata al fuoco.

Persecuzioni
nazista
e comunista

 

Durante la persecuzione ateista del ‘900, infatti, i cristiani sono stati colpiti violentemente, con Vescovi, preti, religiosi e laici uccisi o privati della libertà.

E mentre si tentava di tagliare l’albero della fede, le radici sono rimaste intatte: è restata una Chiesa nascosta, ma viva, forte, con la forza del Vangelo.

In Ungheria questa ultima persecuzione, oppressione comunista, era stata preceduta da quella nazista, con la tragica deportazione di tanta popolazione ebraica.

Ma in quell’atroce genocidio tanti si distinsero per la resistenza e la capacità di proteggere le vittime, e questo fu possibile perché le radici del vivere insieme erano salde.

Gli auguri
a Edith Bruck

 

Noi a Roma abbiamo una brava poetessa ungherese che ha passato tutte queste prove e racconta ai giovani il bisogno di lottare per un ideale, per non essere vinti dalle persecuzioni, dallo scoramento.

Questa poetessa oggi fa 92 anni: tanti auguri, Edith Bruck!

Ma anche oggi, come emerso negli incontri con i giovani e con il mondo della cultura, la libertà è minacciata.

Come? Soprattutto con i guanti bianchi, da un consumismo che anestetizza, per cui ci si accontenta di un po’ di benessere materiale e, dimentichi del passato, si “galleggia” in un presente fatto a misura d’individuo.

Questa è la persecuzione pericolosa della mondanità, portata avanti dal consumismo.

Ma quando l’unica cosa che conta è pensare a sé e fare quel che pare e piace, le radici soffocano.

È un problema che riguarda l’Europa intera, dove il dedicarsi agli altri, il sentirsi comunità, sentire la bellezza di sognare insieme e di creare famiglie numerose sono in crisi.

L’Europa intera è in crisi. Riflettiamo allora sull’importanza di custodire le radici, perché solo andando in profondità i rami cresceranno verso l’alto e produrranno frutti.

Ognuno di noi può chiedersi, anche come popolo: quali sono le radici più importanti della mia vita? Dove sono radicato? Ne faccio memoria, me ne prendo cura?

Il continente
europeo
“pontiere
di pace”

 

Budapest, nata 150 anni fa dall’unione di tre città, è celebre per i ponti che la attraversano e ne uniscono le parti. Ciò ha richiamato, l’importanza di costruire ponti di pace tra popoli diversi.

È, in particolare, la vocazione dell’Europa, chiamata, quale “pontiere di pace”, a includere le differenze e ad accogliere chi bussa alle sue porte.

Bello il ponte umanitario creato per tanti rifugiati dalla vicina Ucraina, che ho potuto incontrare, ammirando anche la grande rete di carità della Chiesa ungherese.

Il Paese è molto impegnato nel costruire “ponti per il domani”: è grande la sua attenzione per la cura ecologica — e questa è una cosa molto, molto bella dell’Ungheria — e per un futuro sostenibile, e si lavora per edificare ponti tra le generazioni, tra anziani e giovani, sfida oggi irrinunciabile.

Ci sono inoltre ponti che la Chiesa è chiamata a tendere verso l’uomo d’oggi, perché l’annuncio di Cristo non può consistere solo nella ripetizione del passato, ma ha sempre bisogno di essere aggiornato, così da aiutare le donne e gli uomini del nostro tempo a riscoprire Gesù.

Ecumenismo

 

Infine, ricordando con gratitudine i bei momenti liturgici, la preghiera con la comunità greco-cattolica e la solenne Celebrazione eucaristica tanto partecipata, penso alla bellezza di creare ponti tra i credenti.

Domenica a Messa erano presenti cristiani di vari riti e Paesi, e di diverse confessioni, che in Ungheria lavorano bene insieme.

Costruire ponti di armonia e di unità.

Mi ha colpito, l’importanza della musica, tratto caratteristico della cultura ungherese.

Mi piace ricordare, all’inizio del mese di maggio, che gli Ungheresi sono molto devoti alla Santa Madre di Dio.

Consacrati a lei dal primo re, santo Stefano, per rispetto erano soliti rivolgersi a lei senza pronunciarne il nome, chiamandola solo con i titoli della regina.

Alla Regina d’Ungheria affidiamo dunque quel caro Paese, alla Regina della pace affidiamo la costruzione di ponti nel mondo, alla Regina del cielo, che acclamiamo in questo tempo pasquale, affidiamo i nostri cuori perché siano radicati nell’amore di Dio.

Ai polacchi

 

Oggi, nella solennità di Maria Regina di Polonia, ricordo gli indimenticabili incontri con gli ungheresi, con i quali avete legami così stretti da chiamarli popolarmente cugini.

È significativo che entrambi i Paesi abbiano proclamato Maria la loro Regina. Invocate la sua intercessione per i vostri Paesi e per l’intera Europa, chiedendo la perseveranza nella fede, l'unità e la cooperazione armoniosa, ma prima di tutto la pace, specialmente nella vicina Ucraina.

Ai giovani
agli anziani
ai malati
e agli sposi

 

In questo mese di maggio da poco iniziato, vi invito a rinnovare la devozione alla Madonna. Vi incoraggio a conoscere più profondamente Maria, a entrare in intimità con lei, per accoglierla come Madre spirituale e modello di fedeltà a Cristo.

A Lei, Madre di consolazione e Regina della pace, affido la martoriata popolazione ucraina.

(Udienza generale di mercoledì 3 maggio)