· Città del Vaticano ·

Novità nella composizione dell’assemblea e nella tipologia dei partecipanti

Sinodo: anche laiche e laici
con diritto di voto

 Sinodo: anche laiche e laici con diritto di voto  QUO-097
26 aprile 2023

Non cambia la natura né il nome — che rimane Sinodo dei vescovi — ma cambia la composizione dei partecipanti all’assise del prossimo ottobre in Vaticano sul tema della sinodalità, alla quale prenderanno parte un numero significativo di membri «non vescovi», tra i quali sacerdoti, religiosi, religiose, laici e laiche, nominati direttamente dal Papa, il 50% dei quali «si chiede» che siano donne. Una richiesta esplicita, insieme a quella di «valorizzare» la presenza dei giovani. Tutti avranno diritto di voto, raggiungendo un numero di membri votanti in Aula nuova del Sinodo pari a circa 370 su oltre 400 partecipanti complessivi. Fino ad oggi c’era un piccolo numero di votanti non vescovi, ed erano alcuni membri di istituti religiosi clericali.

Sono queste le principali modifiche e novità introdotte oggi dal Papa per il Sinodo che suggellerà in autunno il percorso sinodale da lui stesso avviato nel 2021. «Non una rivoluzione ma un importante cambiamento», ci hanno tenuto a specificare i cardinali Mario Grech e Jean-Claude Hollerich, rispettivamente segretario generale del Sinodo e relatore generale, illustrando le novità in un meeting point in Sala Stampa vaticana.

Le nuove disposizioni, oggi comunicate con una lettera ai responsabili delle assemblee continentali celebrate in Africa, Asia, Medio Oriente e Oceania, non abrogano la normativa vigente, la costituzione apostolica Episcopalis communio del 2018 che già prevedeva la presenza di «non vescovi». Con le novità di oggi — che si giustificano nel contesto del processo sinodale che Francesco ha voluto che partisse «dal basso» — si precisa il numero: 70 tra sacerdoti, consacrati, diaconi, laici, provenienti dalle Chiese locali e in rappresentanza del popolo di Dio. Non ci saranno più quindi gli «uditori».

«In questo modo la specificità episcopale dell’assemblea sinodale non risulta intaccata, ma addirittura confermata», sottolinea la Segreteria generale del Sinodo. «Si parla del 21% dell’assemblea che rimane plenariamente un’assemblea dei vescovi, con una certa partecipazione di non vescovi», ha ribadito ancora Hollerich. «La loro presenza assicura il dialogo tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori».

Più nel dettaglio, i membri «non vescovi» vengono nominati dal Papa da un elenco di 140 persone individuate dalle Conferenze episcopali e dall’assemblea dei Patriarchi delle Chiese orientali cattoliche (20 per ognuno). Si chiede, come detto, che la metà siano donne e che si valorizzino i giovani: «Perché il nostro mondo è fatto così», hanno rimarcato i due porporati. Nella scelta si tiene conto di cultura generale, «prudenza», ma anche conoscenza e partecipazione nel processo sinodale. In quanto membri hanno diritto di voto. Un aspetto importante, anche se Grech si è augurato «che un giorno potremo fare a meno del voto. Il Sinodo è un discernimento, una preghiera, non stiamo dietro ai voti».

Ad avere diritto di voto saranno anche le cinque religiose e i cinque religiosi eletti dalle rispettive organizzazioni di superiore generali e superiori generali (Uisg per il ramo femminile e Usg per quello maschile). Essi — e questa è l’altra novità — prendono il posto dei dieci chierici degli istituti di vita consacrata previsti in passato. Tutte le elezioni — svolte in plenaria e a scrutinio segreto dai rispettivi Sinodi, Consigli e Conferenze episcopali — devono essere ratificate dal Papa. E finché il Papa non conferma l’elezione, i nomi degli eletti non sono noti al pubblico.

Per la prima volta, inoltre, appariranno al Sinodo le figure dei «facilitatori». Una scelta, ha spiegato Grech, nata dall’esperienza dei gruppi di studio, «che ci ha mostrato che questi esperti possono creare una dinamica che può portare frutti». «Ci sono vescovi che non hanno mai partecipato al Sinodo, dunque bisogna facilitare la dimensione spirituale», ha spiegato Hollerich, sottolineando che per la prima volta ci saranno in assemblea anche vescovi di Paesi che non hanno una Conferenza episcopale. Il “suo” Lussemburgo è uno di questi, ma anche Estonia e Moldavia. Così, hanno concordato i due cardinali, «la Chiesa sarà più completa e sarà una gioia averla riunita per intero a Roma».

di Salvatore Cernuzio