· Città del Vaticano ·

La buona notizia Vangelo della iv domenica di Pasqua (Gv 10,1-10)

«In abbondanza» e non soltanto abbastanza

 «In abbondanza» e non soltanto abbastanza  QUO-096
25 aprile 2023

«Chi si accontenta gode» non è scritto nel Vangelo. Al contrario, Gesù dichiara di essere venuto affinché abbiamo vita «in abbondanza». «In abbondanza» — ripeto — non “abbastanza”. È precisamente il desiderio del Figlio di Dio che noi facciamo emergere il nostro potenziale «in abbondanza», non “abbastanza”; che amiamo «in abbondanza», non “abbastanza”; che conosciamo il funzionamento del mondo «in abbondanza», non “abbastanza”. Sì, perché se a volte sapersi accontentare di poche cose materiali è una virtù, accontentarsi di vivere poco la vita è un vero peccato. È un peccato non spremere fino in fondo la propria intelligenza, non maturare una certa confidenza con la propria vita spirituale o non uscire mai dal proprio Paese di origine. È un peccato non prendere sul serio il dono della vita e della salvezza che abbiamo ricevuto.

I grandi santi sono uomini e donne che hanno avuto una vita di abbondanza, non di “abbastanza”. Dopo l’incontro con Cristo, si sono sentiti riempiti di una gioia immensa e questa li ha spinti a donare se stessi agli altri incessantemente. Ciascuno di loro era unico e irripetibile, ma in questo erano tutti uguali: nessuno ha vissuto accontentandosi, nessuno ha amato “abbastanza”. San Francesco d’Assisi, santa Caterina da Siena, san Giovanni Bosco hanno tutti quanti vissuto fino in fondo e hanno messo a frutto i propri talenti, perché Cristo ha dato loro la vita «in abbondanza». E tanto più hanno ricevuto, tanto più hanno donato agli altri. È proprio grazie alla loro vita vissuta «in abbondanza» che un’infinità di persone lungo la storia ha potuto toccare con mano l’abbondanza della vita di Cristo. Così anche noi: riceviamo per donare, veniamo amati per amare, incontriamo Cristo per annunciarlo agli altri.

Solo se abbiamo tanto noi, allora possiamo distribuire tanto a chi ci sta accanto. È quando abbiamo competenze «in abbondanza», energie «in abbondanza», amore «in abbondanza» che possiamo realmente cambiare il mondo e le persone attorno a noi. La felicità non consiste nell’accumulare, ma nel donare. Chi vive una vita di “abbastanza” non sarà in grado di restituire, mentre chi ha ricevuto la vita dal Signore «in abbondanza», avrà in sé come una sorgente inesauribile di vitalità, che lo metterà sempre nella posizione di donare di continuo senza esaurirsi. E chi ci vedrà vivere fino in fondo la nostra vita nell’amore, nella gioia e nella dedizione, allora capirà che siamo i discepoli del Dio della vita.

di Alberto Ravagnani