· Città del Vaticano ·

Messaggio pontificio a un incontro intercontinentale di giudici

Il colonialismo non è finito
e si mimetizza

 Il colonialismo non è finito   QUO-077
01 aprile 2023

Il fenomeno della colonizzazione ideologica, intrecciato spesso con quello economico-politico, soffoca il legame naturale con i valori dei popoli, cercando di sradicarne le tradizioni, la storia e i legami religiosi. In effetti, «la colonizzazione ideologica tende a uniformare, a parificare tutto». Lo ha sottolineato Papa Francesco, in un messaggio in spagnolo ai partecipanti all’incontro intercontinentale africano e americano di giudici per i diritti sociali e la dottrina francescana.

Il convegno si è svolto dal 30 al 31 marzo, alla Casina Pio iv , in Vaticano, per iniziativa della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Il tema scelto, «Colonizzazione, decolonizzazione e neocolonialismo nella prospettiva della giustizia e del bene comune», ha offerto al Pontefice l’occasione per riflettere sul fenomeno coloniale e la sua attualità. Infatti, ha fatto notare, se «tecnicamente» nel xxi secolo non si può più parlare di nazioni geograficamente «colonizzate», anche se ne esistono, il termine «colonialismo» è ancora comunemente usato, soprattutto in senso economico e ideologico. Pertanto, tale realtà è solo «mutata nelle sue forme, metodi e giustificazioni». Di pari passo con le caratteristiche di molti altri fenomeni politici ed economici, il colonialismo «si virtualizza, si mimetizza e si nasconde, rendendolo difficile da individuare e neutralizzare».

Il Papa ha ricordato il caso della Repubblica Democratica del Congo, visitata dal 31 gennaio al 3 febbraio scorsi: Paese indipendente da più di settant’anni, ha osservato, ma nessuno può negare come sia «ancora soggetto ad azioni che si traducono in sfruttamento delle sue risorse». Inoltre, il conflitto di interessi in gioco «si ripercuote sul territorio e sulla popolazione, con gravissimi danni al bene comune».

Questo tipo di dinamica, «con varianti legate a situazioni geopolitiche, è presente in molti Paesi e regioni del mondo», ha spiegato Francesco. Ciò è dovuto a una mentalità che «non tollera le differenze e si concentra solo sul momento presente, sui bisogni e sui diritti individuali, spesso trascurando i doveri verso i più deboli e fragili».

Il Pontefice poi si è detto preoccupato per il fenomeno coloniale contemporaneo. «Sembra che vari secoli di esperienze storiche sanguinose e disumane non siano serviti a far maturare un’idea globale di liberazione, autodeterminazione, e solidarietà tra le nazioni e tra gli esseri umani». Molte forme al contrario, ha aggiunto, si sono affinate e «sottilizzate». Si cerca di sostituire «la vera causalità coloniale con una lettura storica che giustifichi le pratiche di dominazione» in presunte carenze «naturali» dei colonizzati. In tale contesto, «il conflitto asimmetrico e il lawfare», ovvero l’uso dei sistemi e delle istituzioni legali per danneggiare o delegittimare un oppositore, «appaiono come metodi correnti di utilizzo della forza per la realizzazione di conquiste territoriali».