
Al mattino di Pasqua corrono tutti! Corre Maria Maddalena dai discepoli; corrono Simon Pietro e Giovanni alla tomba ormai vuota. La corsa è segno di vita. Nel sangue scorre una nuova vita. «Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l’importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire» (Jesse Owens).
I Discepoli trovano la tomba vuota, ma comprendono quello che è accaduto: la vita ha vinto la morte! «E videro, e credettero». «La luce di Cristo splende, brilla e irraggia senza sosta, e non può essere coperta dalle ombre del peccato. La luce di Cristo è un giorno senza notte, un giorno senza fine» (san Massimo di Torino).
Cristo ci ha preceduto; noi seguiamolo nella risurrezione; con lui risorga anche il nostro cuore. Riconosciamo la nostra dignità, rendiamo onore a lui nostro modello.
Cerchiamo di essere simili a lui, dal momento che lui ha voluto essere simile a noi. Diventiamo Dio per mezzo di lui, dal momento che lui si è fatto uomo per noi.
Ha preso su di sé quello che c’era di più basso, per donarci quello che c’è di migliore. Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Ha preso forma di schiavo perché noi ottenessimo la libertà.
È disceso perché noi fossimo innalzati. È morto perché noi fossimo salvati. È salito al cielo per attirare a sé quanti giacevano a terra, caduti per il peccato.
La nostra vita risorga con lui, per proclamare a tutti un messaggio di gioia.
di Leonardo Sapienza
Il Vangelo in tasca
Domenica 9 aprile, Pasqua di Risurrezione
Prima lettura: At 34. 37-43;
Salmo: 117;
Seconda lettura: Col 3, 1-4;
Vangelo: Gv 20, 1-9.