· Città del Vaticano ·

L’annuale colletta per la Terra Santa
Lettera del Dicastero per le Chiese orientali ai vescovi di tutto il mondo

Appello alla solidarietà
con Siria e Turchia
sconvolte dal sisma

Intisar Sheikho, reacts as she stands on rubble of the building where her brother Musheer and his ...
24 marzo 2023

«Mentre l’umanità si stava lentamente risollevando dalle conseguenze della pandemia, abbiamo assistito agli sconvolgimenti provocati dal terribile terremoto... in Siria e nel sud della Turchia». Lo scrivono l’arcivescovo Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, e don Flavio Pace, sotto-segretario, nella lettera inviata ai vescovi di tutto il mondo in occasione dell’annuale colletta del Venerdì santo per la Terra Santa.

Caro confratello nell’episcopato,

Il Venerdì santo sentiamo risuonare il racconto della Passione del Signore. Tra i segni che accompagnano la morte di Gesù, viene riferito che «il velo del tempio si squarciò, la terra tremò e le rocce si spezzarono» (Mt 27, 51-52). Proprio mentre l’umanità si stava lentamente risollevando dalle conseguenze della pandemia, abbiamo assistito poche settimane orsono agli sconvolgimenti provocati dal terribile terremoto. Esso è stato percepito anche a Gerusalemme, ma ha provocato danni e seminato un numero altissimo di morti in Siria e nel sud della Turchia, terre visitate dalla predicazione apostolica e luoghi in cui è fiorito il cristianesimo delle origini con insigni tradizioni monastiche ed eremitiche, o scuole teologiche che hanno contribuito allo sviluppo della comprensione del mistero di Cristo di cui noi tutti siamo debitori, anche se spesso non le conosciamo, a causa delle persecuzioni che le estinsero.

Al dramma della guerra, che si è protratta per oltre dodici anni in Siria, si è aggiunta la devastazione provocata dai palazzi crollati a causa delle forti scosse sismiche: tanti nostri fratelli e sorelle nella fede e nell’umanità hanno affrontato un nuovo esodo dalle loro case, questa volta non più per il rischio delle bombe o per quello che aveva significato l’invasione della Piana di Ninive in Iraq, ma perché anche la casa, dimora degli affetti più cari, il rifugio della propria famiglia, ha vacillato rischiando di diventare e spesso trasformandosi di fatto in una tomba di morte.

Le devastazioni della lunga guerra e il recente terremoto, ancora una volta hanno messo a nudo la fragilità delle sicurezze a cui l’umanità affida la propria speranza, e ci fanno sentire più forte il desiderio di radicarsi nella Roccia della fedeltà di Dio nella Pasqua di Cristo, morto e risorto. Abbiamo guardato alla sua immagine profanata qualche settimana fa dagli atti vandalici presso la chiesa della Flagellazione, lungo la Via Dolorosa, a Gerusalemme. In quel Crocifisso mutilato siamo invitati a riconoscere il dolore di tanti nostri fratelli e sorelle che hanno visto egualmente straziati i corpi dei propri cari sotto le macerie o colpiti dalle bombe, e a percorrere con loro, mano nella mano, la via della Croce, sapendo che ogni sepolcro, proprio come quello della Basilica dell’Anastasis, nella Città Santa, non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo di ogni tempo. La presenza preziosa dei Frati della Custodia di Terra Santa non garantisce soltanto il mantenimento dei santuari, ma custodisce la vita delle comunità cristiane, spesso tentate di smarrire la loro vocazione ad essere popolo della Pasqua nelle terre benedette dalla presenza del Redentore.

Molte case dei religiosi e religiose Francescane e di altri ordini e congregazioni, in Siria come in Turchia, in queste settimane sono diventate tende e riparo per gli sfollati, ma più in generale in tutta la Terra Santa rimangono sorgenti di speranza attraverso la cura dei più piccoli, la formazione scolastica, l’accompagnamento delle madri in difficoltà, il chinarsi sugli anziani e gli ammalati, oltre che offrire attraverso progetti abitativi per le nuove famiglie e creare posti di lavoro, perché valga la pena continuare a rimanere nei Luoghi della Salvezza.

La Chiesa universale e l’umanità tutta si sono mostrate ancora una volta attente nel soccorrere l’emergenza legata ad una catastrofe naturale, ma il Santo Padre Francesco, nel solco di quanto affermato dai Suoi Predecessori, anche quest’anno incarica il Dicastero per le Chiese Orientali di ravvivare l’invito a rimanere solidali con la comunità cristiana della Terra Santa, come già fece l’Apostolo delle Genti, san Paolo, con la colletta avviata per la chiesa di Gerusalemme. Il gesto materiale dell’offerta, cui Egli ci chiama, sia accompagnato anzitutto da una parola che faccia riscoprire il senso di mantenere viva la memoria delle origini, come richiama il profeta Isaia: «considerate la roccia da cui foste tagliati» (Is 51, 1). La Chiesa si è diffusa nel mondo con la predicazione degli apostoli, e ciascuno di noi col Battesimo è divenuto la pietra chiamata a restare unita al fondamento, che è Cristo Signore, per poter costruire un edificio spirituale: in Gerusalemme sono le nostre sorgenti, e noi vogliamo restare uniti e solidali con i fratelli e le sorelle che là continuano a testimoniare il Vangelo. Custodiamo la memoria storica del Cenacolo, rendendo cenacoli di preghiera e carità le nostre case e le nostre parrocchie. Rinforziamo gli spazi della Basilica del Santo Sepolcro e riportiamoli alla loro luce, ma facciamo abitare i nostri cuori dall’annuncio del Risorto. Manteniamo la Basilica della Annunciazione a Nazareth, ma lasciamo sconvolgere le nostre vite ogni giorno dalla Parola del Signore come fece la Vergine Maria. Uniamoci agli angeli festanti dei mosaici della Basilica della Natività a Betlemme, ma prendiamoci cura di quanti nascono e restano ai margini della nostra società, come fu per il Santo Bimbo nella Grotta attorniato soltanto dai pastori.

Vi chiediamo con il cuore che la Colletta del Venerdì Santo sia dunque generosa da parte di tutti, come tanti piccoli oboli della vedova lodata da Gesù nel Vangelo.

A nome del Santo Padre Francesco ringraziamo i Vescovi, i parroci, tutte le comunità religiose e parrocchiali, come pure i Commissari di Terra Santa che ovunque nel mondo aiutano la realizzazione di questo annuale pellegrinaggio alle sorgenti dell’esistenza cristiana. Grazie, soprattutto a nome di quelli che torneranno ad una vita più degna, grazie alla vostra bontà.

Mercoledì delle Ceneri 2023.


Al fianco delle comunità ecclesiali del Medio oriente


La “Colletta per la Terra Santa” nasce dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi santi. È la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio oriente. Nei tempi più recenti, Paolo vi, attraverso l’Esortazione apostolica Nobis in animo (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa, da Lui visitata nello storico pellegrinaggio del 1964.

La Custodia francescana attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali.

I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. 

Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al Dicastero per le Chiese Orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio oriente.

Nel 2022 il Dicastero ha ricevuto 9.043.319 us$, distribuendone quasi la metà (4.166.660) per la formazione accademica, spirituale e umana dei seminaristi e sacerdoti delle Chiese poste sotto la propria giurisdizione;  e i restanti  in sussidi per l’attività scolastica (2.954.400), sussidi ordinari (1.625.000) e straordinari (279.9222).

Per quanto riguarda la prima voce, grazie alla Colletta si può provvedere a devolvere contributi ai seminari, alle case di formazione religiosa e istituzioni culturali nei territori di competenza, sostenendo sotto varie forme (borse di studio, tasse universitarie e ogni altra necessità sanitaria) anche a Roma, giovani seminaristi e sacerdoti, religiosi e religiose e, compatibilmente con i fondi disponibili, alcuni laici. Il collegio aperto cinque anni fa per ospitare le religiose che provengono da diversi Paesi orientali, accoglie 27 consacrate, su un totale di 252 studenti, che beneficiano della borsa di studio, ospiti in tutti i sette collegi di competenza del Dicastero.

Non va dimenticato il contributo al sostentamento del Pontificio Istituto Orientale, istituzione accademica superiore con due facoltà, Scienze ecclesiastiche orientali e Diritto canonico orientale, di cui è Gran cancelliere il prefetto, come pure il sostegno al Comitato per la collaborazione culturale che sviluppa la sua attività in ambito ecumenico. 

Riguardo ai sussidi per l’attività scolastica,  sono sostenuti dai proventi della Colletta la diocesi patriarcale di Gerusalemme dei latini, la Custodia francescana, oltre alle altre Chiese e gli Istituti religiosi impegnati per la formazione scolastica dei giovani della Terra Santa, e il Segretariato di Solidarietà. Una tra le prestigiose fondazioni che assicura la formazione accademica è la Bethlehem University. Quasi 3.300 giovani, musulmani e cristiani, vengono formati intellettualmente e umanamente con la speranza di impegnarsi nella costruzione di un Paese dove regni rispetto reciproco e dove sia preservata la dignità umana. È apprezzabile l’impegno dei Fratelli de La Salle nella conduzione dell’ateneo.

Da ultimo per quanto riguarda i sussidi ordinari e straordinari, il Dicastero sostiene le Chiese poste sotto la propria competenza contribuendo alla vita quotidiana di tutte le Circoscrizioni. Dopo 10 anni di guerra, il recente terremoto ha colpito duramente le regioni nord-occidentali della Siria, con edifici crollati ad Aleppo, Lattakia ed Idlib, come anche le regioni meridionale e centrale della Turchia, causando la morte di migliaia di persone. Il viaggio intrapreso dal prefetto in Siria e Turchia una settimana dopo l’accaduto è stata un’occasione per dimostrare la vicinanza, affetto e preoccupazione del Santo Padre alle popolazioni colpite dalla calamità naturale in entrambi i Paesi, rafforzare i vescovi, i sacerdoti, operatori caritativi nonché per pianificare una prospettiva per il lavoro futuro di ristrutturazione e ricostruzione delle case, scuole, chiese e altre strutture danneggiate o distrutte nel terremoto insieme alle Agenzie della Roaco (Riunione delle opere per l’aiuto alle Chiese orientali). 

La guerra e ora il terremoto hanno lasciato persone che non hanno cibo, altre che non hanno cure mediche, ragazzi e giovani che non hanno scuola, e poi gli orfani, i feriti e le vedove senza nessuno ad accudirli. Da un lato è necessario assicurare i mezzi per una vita dignitosa a chi rientra in Iraq e Siria e a chi è rifugiato nei Paesi limitrofi, come Libano e Giordania. Dall’altro lato si deve provvedere anche a favorire l’attività culturale, spirituale e psicologica che in qualche modo fanno avvicinare le persone, nonostante le differenze religiose ed etniche. Per provvedere a tutto questo è ovviamente necessaria la collaborazione di tutte le persone di buona volontà. 


Presenza della Custodia francescana


La presenza francescana in Terra Santa nel biennio 2021/2022 ha continuato a manifestarsi attraverso la progettazione, la programmazione e l’esecuzione di opere rivolte ai pellegrini, a favore della comunità locale, nell’isola greca di Rodi e con progetti relativi a Siria e Libano, grazie anche al  contributo della Franciscan Foundation for the Holy Land (Ffhl) e dell’associazione “Pro Terra Sancta”. 

Tra gli interventi per i pellegrini, vi sono i lavori di restauro e di conservazione dei santuari della Nascita di San Giovanni e di San Giovanni nel deserto ad Ain Karem; in fase di completamento, inoltre, il restauro e la valorizzazione dei resti bizantini e medievali del convento di Betania, attraverso il recupero di aree degradate, oltre al completamento, tra gli altri,  del progetto pilota per l’installazione di pannelli solari fotovoltaici sul tetto del convento di Santa Caterina a Betlemme, finalizzata a ridurre i costi energetici. 

A Gerusalemme, si sono conclusi gli scavi archeologici della basilica del Getsemani, che hanno riportato alla luce un bagno rituale del primo secolo e una chiesetta bizantina del quinto, con iscrizione lapidea; mentre è in procinto di partire il restauro del pavimento della basilica del Santo Sepolcro e di altri locali del convento, sta proseguendo, nel Christian Information Center, la realizzazione di cinque sale didattiche multimediali. Altre opere riguardano il convento della Flagellazione, la basilica dell’Annunciazione  a Nazareth, il santuario del Dominus flevit (il Signore pianse) sul monte degli Ulivi.

 La comunità locale è stata beneficiata dagli interventi per  la Casa del fanciullo a Betlemme e per  le Saint Joseph School, Terra Sancta School e la Scuola Hellen Keller (per ipovedenti) di Gerusalemme. Sempre in corso d’opera, inoltre, la ristrutturazione delle case della Città Vecchia allo scopo di migliorare le condizioni di vita dei residenti. 

Prosegue senza sosta anche  la distribuzione di cibo, 700 pacchi alimentari e generi di prima necessità, e l’assistenza medica per i rifugiati in transito nei centri di accoglienza di Rodi e Kos (in Grecia).

Grazie al centro di assistenza  di Pro Terra Sancta in Siria, ad Aleppo vengono reperiti ogni giorno voucher per acquistare gasolio per elettricità e riscaldamento, vestiti, detersivi e prodotti per l’igiene, pannolini e latte in polvere per bambini.  Sempre nella città siriana, nella struttura di riabilitazione psicologica Franciscan Care Center, sono  assistiti quotidianamente mille pazienti che possono usufruire di  programmi e attività quali musicoterapia, sport, assistenza “face to face”, insegnamento di inglese e francese. Nel quartiere di Jaramana, uno dei più poveri di Damasco, sorge dal 2015 lo studio medico attivo 5 ore al giorno per 5 giorni a settimana e specializzato in esami del sangue: Pro Terra Sancta, in accordo con la parrocchia dei francescani di Bab Touma, anche durante il 2022 ha deciso di supportare parte dei costi del centro medico, coprendo le spese della struttura e in particolare offrendo assistenza economica ai pazienti più poveri. Dello stesso tenore  interventi e progetti nei centri di assistenza nel Libano, a Beirut, Tripoli, Tiro e Sidone.