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Quella lezione di umiltà quando ero una “capa tost”

 Quella lezione di umiltà quando ero una “capa tost”   ODS-008
04 marzo 2023

Un’ora di treno, un pullman e poi un chilometro per raggiungere la scuola calcio. Tutta questa strada solo per un pallone.

Per Sergio, che «tien a capa tost», non era un problema, anche se aveva 13 anni. Lo sport, se ti prende, non ti molla più, è pura passione. Ma non possiamo minimizzarlo così, è molto di più: squadra, determinazione, umiltà.

Sergio, uno degli ospiti di Casa Santa Giacinta a Roma, lo sa bene. Lo ha imparato a sue spese quando era un ragazzino che abitava nella provincia di Napoli. A quell’età l’unica cosa che vuoi fare è giocare, non pensi a nient’altro, anche se ad una delle tue partite viene uno di quei calciatori che vedi in serie a , uno di quelli bravi che giocano per la tua squadra: Antonio Juliano. L’occasione della vita per Sergio: un provino per le giovanili del Napoli.

Sette giorni di allenamenti e poi subito un’amichevole; l’allenatore doveva vedere i nuovi ragazzi. Il momento di Sergio sarebbe arrivato nel secondo tempo, così gli dice il mister. Le giocate si susseguivano, così come i minuti. 60’, niente. 70’, ancora niente. 80’, rabbia. Ecco, all’85’! Cinque minuti di gioco che per un allenatore bastano, ma per un ragazzo di 13 anni? Un’onta. Risultato: un allenatore insultato e un sogno infranto.

«Dovevo stare buono e sarebbe andata diversamente. Dovevo ascoltare di più i consigli degli altri, di quelli che hanno più esperienza», mi racconta Sergio. «L’educazione prima di tutto» e questo il calcio glielo ha insegnato.

Vediamo lo sport come un momento ricreativo, un momento di svago che ti catapulta fuori dalla quotidianità. Lo è, ma è anche crescita personale e collettiva. Anche se smetti di praticare uno sport, qualche traccia rimane, come un piccolo tarlo nella testa che ogni tanto rosicchia; non mastica il legno, lo intaglia, lo modella per smussare lati del nostro essere che non pensavamo potessero cambiare, cosicché anche una «capa tost» possa diventare umile.

Alessandro Proietti