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A proposito di hockey

Le foglie d’acero in Canada sono sempre blu

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04 marzo 2023

In Canada l’hockey è considerato uno sport nazionale. Per popolarità supera di gran lunga tutti gli altri sport. Anche in Europa si pratica l’hockey, ma in Nord America si gioca in modo diverso: la pista è più piccola e il gioco diventa di conseguenza più veloce e più fisico. Nell’hockey americano la violenza è regolata in modo tale che due giocatori possono picchiarsi a mani nude senza che gli arbitri debbano intervenire. Capita raramente che una partita finisca senza che un giocatore versi del sangue o esca con qualche dente in meno. Questo fa parte delle regole.

Un’altra caratteristica specifica dell’hockey canadese sono i “Maple Leafs”, la squadra più amata e più odiata di tutto il paese. La si potrebbe paragonare al “Real Madrid” nel calcio in Spagna o alla “Juventus” in Italia. La differenza è che dal 1967 i “Maple Leafs” non vincono una coppa. È difficile da spiegare per una squadra di tale livello.

Ho chiesto a Peter, che vive in un palazzo di edilizia sovvenzionata a Toronto, se i “Leafs” avrebbero vinto quest’anno. Peter segue tutte le partite alla radio, perché non ha la tv . «No — risponde —. Non vinceranno mai, sono maledetti. Sono senza speranza».

La squadra è vittima di battute di ogni tipo, che solo i canadesi sono capaci di fare. È proverbiale che perdano ogni anno. Nonostante ciò, il numero di sostenitori non diminuisce mai.

Bill è un senzatetto che dorme all’aperto sia in inverno che in estate. Raccoglie bottiglie che poi vende. Anni fa aveva un lavoro, ma poi l’ha perso per colpa del suo caratteraccio. Vive da solo per strada. È sempre sobrio, “forte come un chiodo”, come si dice da queste parti, e con gran senso dell’umorismo. Non tifa per i “Maple Leafs”, ma per i “Boston Bruins”, i “nemici” americani. Ogni mattina viene a fare colazione alle cinque e la prima domanda che ci fa è se, la sera prima, abbiamo visto i “Maple Leafs” perdere la partita. Le notizie le prende dai giornali. E d’estate indossa le maglie ufficiali dei “Boston Bruins”. «Ne ho tre... Hanno battuto di nuovo i “Leafs”. Ve lo dico io, perdono sempre».

La scorsa notte si è svegliato alle due, per essere il primo a fare colazione, racconta scherzando. Ha otto coperte, due delle quali sono militari. Mi spiega come le sistema per poter dormire: «Ieri sera faceva solo -4. Questo è un inverno caldo. Avevo più caldo di te che dormivi al chiuso».

Bill è sempre allegro al mattino. Non so come faccia a mantenere il senso dell’umorismo mentre dorme all’aperto con temperature che a volte scendono sotto i dieci gradi, ma credo che la serie di sconfitte dei “Maple Leafs” abbia qualcosa a che fare con questo.

Gli ho chiesto se voleva fare una scommessa con me: «Se quest’anno vincono i “Maple Leafs”, dovrai indossare la loro maglia bianca con una foglia d’acero blu. E io farò altrettanto se vincono i “Boston Bruins”». «No, non se ne parla. Non hanno alcuna possibilità». «Ma se dovessero vincere, la indosseresti?». «No, assolutamente no».

Solo al pensiero gli vengono i brividi.

di padre Nicolaie Atitienei *

*responsabile della St. John
The Compassionate Mission