· Città del Vaticano ·

La buona notizia
Il Vangelo della VII domenica del tempo ordinario (Mt 5, 38-48)

Perfetti come un dio greco
o come il Padre?

 Perfetti come un dio greco o come il Padre?  QUO-037
14 febbraio 2023

«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Se uno va in palestra, si allena regolarmente e segue una dieta equilibrata, si vede. Il corpo non mente: più ce ne si prende cura, più il fisico tende verso la perfezione. Quale sia però questa perfezione, in realtà non è proprio chiaro, perché  a seconda del tipo di allenamento si plasmano fisici anche molto diversi fra loro. Ad ogni modo tutti i palestrati degni di questo nome ambiscono a diventare — come si dice nel gergo — perfetti come un dio greco. Come è un dio greco? Chi ne ha mai visto uno? Quali sono i criteri che ci permetterebbero di paragonarci a lui? Chiaramente l’immagine del dio greco è solo un’idea, che nella testa di un palestrato diventa un ideale che si sposta sempre più in là e diventa sempre più irraggiungibile; un ideale di perfezione che, però, suscita una volontà di ferro e plasma muscoli d’acciaio.

Se uno va in chiesa, prega regolarmente e segue il Vangelo, si dovrebbe vedere. Nemmeno lo spirito mente: più ce ne si prende cura, più la vita tende verso la perfezione. Detto così può sembrare un po’ esagerato, eppure è proprio quello che Gesù dice nel Vangelo: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Come è il Padre? Chi l’ha mai visto? In che senso possiamo diventare perfetti come lui? A partire da Gesù il Padre non è più un’idea, perché lui, il Figlio, ce lo ha rivelato e con la sua vita ce ne ha mostrato la perfezione. Quindi sì, possiamo diventare perfetti come il Padre perché possiamo allenarci a vivere come Gesù. E in teoria, come per la palestra, se uno mette in pratica il Vangelo e si fa guidare dallo Spirito, allora i risultati si vedono. Si vedono, sì, perché la fede non è una faccenda privata, ma condiziona il modo in cui stiamo al mondo. Non è solo questione di ciò che pensiamo e sentiamo, ma prende forma nella postura esistenziale con cui stiamo di fronte agli eventi della vita. Insomma, la nostra fede diventa visibile nel modo in cui amiamo.

La fede è il rapporto d’amore con Dio vissuto dentro l’intreccio dei rapporti umani che costituiscono la Chiesa. Allenare questi rapporti, approfondirli e modellarli sull’esempio dei rapporti di Gesù, porta a poco a poco a renderli visibilmente sempre più luminosi e liberi. E tutto ciò si vede. Si vede se perdoniamo i torti subiti, se rispondiamo al male con il bene, se siamo miti e magnanimi, se amiamo i nostri nemici. Si vede se abbiamo un occhio di riguardo per i più bisognosi, se non salutiamo solo chi ci sta simpatico, se sacrifichiamo noi stessi per il bene degli altri. Si vede perché è l’amore a renderci reali. Quando amiamo siamo realmente umani, proprio per questo, addirittura divini. O meglio, perfetti come il Padre, misericordiosi come Dio, uomini come Gesù. 

di Alberto Ravagnani