· Città del Vaticano ·

Presentati due libri dedicati a Joseph Ratzinger

La grande umanità
e semplicità
di Benedetto XVI

 La grande umanità e semplicità di Benedetto xvi  QUO-033
09 febbraio 2023

I panini in campagna e gli aneddoti a cena, come quello sul vestito da professore universitario in Germania negatogli dal sarto che lo aveva scambiato per un allievo. Poi i ricordi della scuola in Baviera, le risate «di cuore» per le barzellette, l’amore per la sorella Maria e il fratello Georg e per gli animali, i foglietti con le intenzioni di preghiera sull’inginocchiatoio della cappella. E ancora, le chiacchiere alle 5 di mattina in una San Pietro deserta, la grande «gentilezza» mostrata a chiunque — collaboratori, giornalisti e anche personaggi come Giovanni Lindo Ferretti —, la decisione di rinunciare al Pontificato presa senza alcuna titubanza.

Ad oltre un mese dalla morte di Joseph Ratzinger, Benedetto xvi, «strumentalizzata — come ha detto Papa Francesco di ritorno dall’Africa — da gente non etica», emergono lati inediti, per certi versi intimi, dell’uomo e del Pontefice. Il merito è di due libri, editi da San Paolo: Ratzinger. La scelta, di Orazio La Rocca, ex vaticanista di Repubblica, e I miei giorni con Benedetto xvi, dell’arcivescovo Alfred Xuereb, nunzio apostolico in Corea e Mongolia, che per 6 anni è stato segretario particolare in seconda del Pontefice bavarese.

I due volumi sono stati presentati oggi nella Sala Marconi di Palazzo Pio da entrambi gli autori: uno in presenza (La Rocca); l’altro (Xuereb) in video collegamento «dalla lontana Seul». Distanza colmata dall’emozione del presule maltese nell’elencare i ricordi, i dettagli e le storie che hanno composto il suo libro, da lui definito, tuttavia, “un diario”: «Anche se la copertina reca il mio nome, il vero autore è Benedetto xvi». Per Xuereb un lavoro del genere era «doveroso». Era cioè necessario che il pubblico conoscesse racconti «così belli e significativi» condivisi in «momenti di fraternità» che lui aveva appuntato minuziosamente. Il fine, ha chiarito l’ex segretario, «non è imporre la mia idea di Benedetto», tantomeno diffondere informazioni riservate, ma solo quello di far «scoprire la sensibilità e l’animo di un Pontefice».

Lo stesso obiettivo di fondo al libro di La Rocca che in Sala Marconi ha riferito degli incontri personali con l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nella piazza del Sant’Uffizio, dove lui come «un rapinatore» lo aspettava. Quell’uomo che si svegliava prestissimo per andare in ufficio, da solo, con la valigetta, ha dialogato con il giornalista «su tutto»: «Sapeva chi ero e mi faceva registrare. Altre volte con dolcezza mi ha detto no, oppure un giorno si alzò tardissimo (alle 7) e disse: devo andare dal dentista. Rivelava se stesso con grande umanità e semplicità».

Ovvero quei tratti con cui, ha detto monsignor Xuereb, Ratzinger dovrebbe essere ricordato nel futuro: «Senza farsi influenzare da commenti falsati e alterazioni da chi non si è sforzato sufficientemente a conoscerlo da vicino».

di Salvatore Cernuzio