· Città del Vaticano ·

Gli ultimi appuntamenti prima di lasciare il Paese

Per sostenere l’opera
di evangelizzazione

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03 febbraio 2023

«È stato bello per me trascorrere questi giorni nella vostra terra»: è già tempo di un primo bilancio per Papa Francesco che stamattina ha concluso la tappa iniziale del viaggio in Africa lasciando la Repubblica Democratica del Congo. Ultimo appuntamento pubblico è stato quello con i vescovi delle 48 diocesi del Paese, nella sede della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco), a pochi metri dalla nunziatura, sua residenza durante il soggiorno a Kinshasa.

L’ultima giornata del Pontefice nella capitale congolese è iniziata presto, alle 8.30, ma già ben prima del suo arrivo  nel piazzale antistante l’edificio, fedeli, bambini e piccoli gruppi famigliari si sono radunati per accogliere il vescovo di Roma con striscioni e bandierine.

Sulla transenna principale era appeso un cartello che recitava: «Oggi è un giorno di gioia, ti rendiamo grazie Dio per questa gioia e manifestiamo la nostra gioia». A farcelo notare monsignor Jean-Crispin  Kimbeni, uno dei presuli partecipanti all’incontro: «La Chiesa di Kisantu come tutte le altre Chiese particolari  del Paese è coinvolta nel processo sinodale e in questo senso non vediamo l’ora di sentire le parole del Santo Padre», ci ha detto prima di entrare nella grande aula.  

Il discorso di benvenuto dell’arcivescovo presidente Marcel Utembi Tapa ha quindi aperto l’incontro che i vescovi attendevano da luglio scorso. Dopo le parole del Pontefice una foto di rito di gruppo con i vescovi ha messo il punto finale alla tappa di Kinshasa, prima della cerimonia di congedo in aeroporto, dov’era presente il capo dello Stato.

Dopo tre ore di volo, l’aereo con Francesco a bordo è atterrato a Giuba, dove si sono uniti al seguito papale il vescovo Yunan Tombe Trille Kuku Andali, presidente della Conferenza episcopale del Sudan e del Sud Sudan; gli arcivescovi Hubertus Matheus M. Van Megen, rappresentante pontificio, e Stephan Ameyu Martin Mulla, ordinario locale; i monsignori Ionuţ Paul Strejac e José Antonio Teixeira Alves, consiglieri della nunziatura; i sacerdoti Samuel Abe, coordinatore locale, e John Leboka, con funzioni di interprete.

L’incontro di preghiera nella cattedrale di Kinshasa


Nel pomeriggio precedente oltre 5.000 persone, secondo le autorità locali, avevano partecipato all’incontro di preghiera presieduto da Papa Francesco nella cattedrale di Kinshasa dedicata a Notre Dame du Congo. Alla presenza di religiosi, suore, sacerdoti e seminaristi della Repubblica Democratica del Congo il Pontefice ha ricordato — nel giorno della festa della Presentazione del Signore — che «è Gesù che passa lungo le nostre strade e, soprattutto attraverso la sua Chiesa, si ferma e cura le ferite degli oppressi».

Al suo arrivo, in una giornata molto calda, il Pontefice è stato accolto dal cardinale arcivescovo di Kinshasa e dal parroco, per poi entrare dalla navata centrale senza  che i sacerdoti e i seminaristi, impegnati nella recita del Rosario, se ne accorgessero.

Giunto all’altare, tra la sorpresa delle suore sedute nelle prime  file, l’emozione si è subito tradotta in musica e canti.

Prima del saluto liturgico il Papa si è soffermato davanti alle tombe degli arcivescovi defunti che sono sepolti nella chiesa madre.  Il cardinale Ambongo, nel suo indirizzo di benvenuto, ha sottolineato che la visita di Francesco «ci dà motivo di speranza» e ha evidenziato che «la vicinanza al Signore, la fedeltà ai valori evangelici, così come la gioia di servire e accompagnare il popolo di Dio nella sua ricerca di maggiore dignità, sono le garanzie di una vita sacerdotale e religiosa autentica e vera, gioiosa e appagante».

Interrotto dagli applausi delle suore sedute sulla destra dell’altare e dei sacerdoti che occupavano tutta l’ala sinistra, l’arcivescovo di Kinshasa ha sottolineato che, nonostante le difficoltà, la povertà e i problemi sociali che il Paese sta vivendo, ci sono molte e numerose vocazioni nella Chiesa, per le quali ha ringraziato Dio.

L’evangelizzazione durante i viaggi apostolici è la priorità per Papa Francesco, consapevole che l’incontro con Cristo rinnova la comunità ed è sorgente di cambiamento. Il dinamismo della Chiesa congolese rappresenta una fonte di speranza per tutta la Chiesa universale. Si tratta infatti di uno dei pochi Paesi in cui la vocazione alla vita sacerdotale e religiosa è ancora in crescita. Qui la Chiesa continua a espandersi, si aprono nuove parrocchie, nascono nuovi movimenti e congregazioni. 

Dal punto di vista religioso, in particolare a Kinshasa, si assiste anche alla moltiplicazione delle cosiddette Églises de réveil, ossia sette che approfittano della condizione di sofferenza della popolazione per offrire soluzioni facili senza mai mantenere le promesse. La Chiesa cattolica deve affrontare l’enorme sfida della formazione dei propri fedeli, e quindi anche dei propri pastori, che vengono sottoposti a grosse pressioni da parte di amici, familiari e predicatori.

L’arrivo del Papa è stata dunque un’occasione per evangelizzare e per rafforzare le comunità cattoliche nel loro lavoro pastorale, per edificare questa Chiesa che vive e opera lontano dai riflettori in un contesto particolarmente difficile. Dalla nostra inviata

Silvina Pérez